Economia

Tim, variabili Biden e sicurezza sul 5G: così Gubitosi abbandona Huawei

di Marco Scotti

La tecnologia per la creazione di una rete sicura centrale nella partita della digitalizzazione del Paese a cui sono dedicate molte risorse del Pnrr

D’altro canto, invece, Mario Draghi ha mostrato il suo totale apprezzamento nei confronti di Joe Biden quando ha dichiarato di apprezzare il “cambiamento completo” messo in atto da Sleepy Joe in materia di clima. Di fatto, una vocazione atlantista che cementa le relazioni tra Roma e Washington e minimizza quelle con Pechino. Una vera novità che potrebbe non piacere ad alcuni esponenti di governo che hanno sempre guardato a Cina e Russia come partner d’elezione.

In materia di golden power, poi, va segnalato che questo governo sembra intenzionato a incrementarne l’utilizzo nel caso di aziende e player di paesi giudicati poco “interessanti” nelle relazioni internazionali. Così, non può stupire granché la decisione di Tim di chiudere i rapporti (almeno in Italia) con Huawei: sul 5G nello specifico e sulla digitalizzazione dell’intero sistema paese l’Italia sta giocando molta parte delle sue fiche derivanti dal Pnrr e non può permettersi passi falsi. E anche la sicurezza della rete stessa deve essere garantita. Per questo si è scelto di congedare Huawei.

La quale, tra l’altro, sta diventando marginale anche nel mercato degli smartphone, con vendite europee in calo del 75% nel primo trimestre del 2021. Se lo scorso anno l’azienda cinese valeva il 15% del mercato complessivo continentale, terzo brand dietro Samsung e Apple, oggi è scivolata in quinta posizione, scavalcata da Xiaomi e da Oppo e, soprattutto, con una quota di mercato del 4%. Colpa dell’impossibilità di accedere allo store di Android per le app, un vulnus che ha causato la rapida disaffezione dei consumatori.