Economia

Toro in Borsa? Intanto gli investitori giocano in difesa

FinanciaLounge

A differenza dei periodi pre-crisi del 2000 e del 2008, gli investitori azionari Usa sono posizionati su livelli molto più difensivi per limitare le perdite

Gli investitori azionari potrebbero essere preoccupati del ritorno degli indici di Wall Street sui massimi storici. Quello attuale è tra i più lunghi periodi ‘toro’ di Borsa di sempre, così come gli anni di espansione economica, mentre il picco dei profitti aziendali sembra ormai raggiunto e persiste il pericolo di una escalation delle guerre commerciali.

UN APPROCCIO DIFENSIVO

Un contesto che non sembra proiettare prospettive tanto rassicuranti per chi è esposto in Borsa. Tuttavia, analizzando come gli investitori del mercato azionario siano attualmente posizionati, si evince che le cose non stiano poi così male. Un’analisi dal 1990 a oggi, che ha messo a confronto l’oro con le altre materie prime e i titoli difensivi versus quelli ciclici, evidenzia come l’approccio difensivo degli investitori azionari sia oggi ben al di sotto della media degli ultimi 29 anni.

UN NUOVO RALLY DEGLI INDICI

Un solido posizionamento difensivo nel mercato azionario potrebbe peraltro significare che un inaspettato esito positivo in uno dei fattori che più stanno ostacolando le aspettative azionarie – come per esempio un accordo commerciale Usa-Cina o un taglio dei tassi da parte della Fed – potrebbe dare il via a un nuovo rally degli indici.

IL DEFENSIVENESS INDICATOR

Questa è la conclusione cui è giunto Jim Paulsen, chief investment strategist di The Leuthold Group, con la sua combinazione ‘Defensiveness indicator’, un indice geopolitico della performance relativa dei prezzi dei settori dell’indice S&P 500 difensivi e ciclici (ovvero dei settori delle utilities e dei materiali di base rispetto a quelli dell’industria, e dei settori dei beni voluttuari) e del prezzo dell’oro rispetto all’indice dei prezzi delle materie prime complessivi espressi dall’indice S&P GSCI.

GUADAGNO MEDIO ATTESO ANNUO DELL’S&P 500 AL 18,63%

Ebbene, in base a questo indice proprietario di Paulsen, oggi gli investitori azionari Usa sarebbero posizionati ad un livello di ‘difesa’ ben al di sotto della media degli ultimi 29 anni. Quando la linea difensiva si è trovata nel range attuale, il guadagno percentuale annuo medio dell’S&P 500 è stato del 18,63% contro un guadagno medio del 7,55% dal 1990 a oggi.

Da notare che, anche dopo il sensibile recupero di giugno di Wall Street, il flusso dei sottoscrittori di fondi ed Etf americani è uscito dai prodotti a indirizzo azionario per andare verso quelli a vocazione obbligazionaria. Un sondaggio, condotto da Bank of America e Merrill Lynch in questo mese su 179 global managers operativi sul mercato, ha rivelato che il pessimismo sul commercio e l’aumento del rischio di recessione hanno determinato l’attribuzione di un giudizio estremamente basso alle azioni come non si registrava dalla crisi finanziaria del 2008.

PREFERENZA PER GLI ASSET ‘SICURI’

Inoltre, il dollaro Usa continua ad essere forte, il prezzo dell’oro nelle ultime settimane ha sbaragliato quello delle altre materie prime. Gli investitori continuano a optare per i cosiddetti titoli percepiti come sicuri come quelli a grande capitalizzazione, mentre i titoli tradizionalmente difensivi hanno battuto i più aggressivi titoli ciclici.

POSIZIONAMENTO PIÙ RASSICURANTE

Insomma, la situazione attuale sembra, almeno dal punto di vista del posizionamento degli investitori azionari, molto più rassicurante rispetto alla vigilia dello scoppio della bolla dei dotcom del 2000 e della grande crisi finanziaria del 2008-2009, quando la componente difensiva degli investitori era praticamente inesistente.

UN LIMITE ALLE PERDITE POTENZIALI

“La posizione difensiva della maggior parte degli investitori dovrebbe aiutare a limitare il potenziale di perdita di questo mercato azionario nel caso in cui si materializzassero eventi deludenti – cattivi report aziendali trimestrali, mancata riduzione del tasso di finanziamento delle imprese, o un prolungamento delle guerre commerciali – ma suggerisce anche che il rialzo di Wall Street potrebbe essere più grande di quello più attualmente apprezzato dal mercato” ha concluso Paulsen.