Economia

Tronchetti Provera, amore per Afef e Telecom: l'uomo che si credeva Agnelli

di Rosa Nasti

Dal rilancio di Pirelli all'azzardo di Telecom, e il matrimonio naufragato con la modella tunisina Afef. L'imprenditore meneghino torna in carreggiata

Tronchetti Provera si riprende Pirelli: ascesa e caduta dell'erede di Gianni Agnelli

Tronchetti rientra in pista. Era il 2015 quando il colosso degli pneumatici venne venduto alla società chimica cinese ChemChina per un valore di 7,7 miliardi di dollari. Un decennio dopo Silk Road Fund (che era entrato in Pirelli attraverso l'Opa guidata da ChemChina) esce dall’azionariato, e Marco Tronchetti Provera torna a premere sull'acceleratore, portandosi al 22,7% del capitale della Bicocca, tramite la sua holding Camfin di cui fanno parte altre famiglie storiche come i Moratti e i Rovati, oltre a Intesa Sanpaolo e UNicredit.

In realtà il peso di ChemChina-Sinochem in Pirelli era già stato ridimensionato dopo che nei mesi scorsi la holding Camfin era salita al 20 per cento del capitale. Un'operazione che sin da subito aveva reso ben chiaro la direzione di Pirelli e l'impressione che si stesse allontanando dal gruppo cinese - che pure aveva dato a Pirelli il gas per ripartire - ma che ora deve tornare in pista italiana.

Ma perché Tronchetti Provera decide di vendere ai cinesi? Per capirlo bisogna tornare un po’ indietro. Quando negli anni '90 Gianni Agnelli pensava a chi lasciare le redini del suo impero, Tronchetti perseguiva il sogno di diventare il prossimo Avvocato. All'apparenza i requisiti li aveva tutti: carisma, passione imprenditoriale, e il vanto di aver rilanciato Pirelli, il colosso di pneumatici ereditato nel 1992 da Leopoldo Pirelli, il quale aveva lasciato l’azienda in condizioni disperate, dopo aver cercato invano di mettere le mani sulla tedesca Continental. Una scalata fallimentare che lasciò la Pirelli coperta di debiti.

Chi è Tronchetti? Un bocconiano di famiglia ricca. Amante dell'inter, passione ereditata dalla madre, e della vela con il suo Kauris III, che nel 2013 si è aggiudicato la Traversata Monaco-Portofino, ricoprendo il tragitto in sole 8 ore e 7 minuti. Dopo la laurea e un breve soggiorno a Londra lavora presso la compagnia di trasporti e logistica P&O, rientra in Italia e fonda SogeMar Spa, società operante nel campo della logistica. Nel 1986 Tronchetti Provera vende Sogemar Spa e con la liquidità ottenuta dalla sua dismissione rileva quote azionarie di Camfin, aderente al patto di sindacato Pirelli e quotata in quello stesso anno alla Borsa di Milano. Nel 1987 entra in Pirelli. A quarantaquattro anni (nel 1992), dopo aver sposato in seconde nozze la bellissima Cecilia, figlia prediletta di Leopoldo Pirelli, assume la guida operativa del gruppo. Inseritosi al vertice dell’azienda, Tronchetti dà il via a un ampio progetto di ristrutturazione, realizzando un turnaround finanziario, industriale e gestionale che punta al rilancio del gruppo Pirelli.

Tronchetti nella sua carriera ha ricoperto molte e diverse cariche. Il tycoon meneghino è stato consigliere di amministrazione di Mediobanca, della Banca commerciale italiana, della Ras assicurazioni, dell’Università Bocconi, dell’Inter, e poi vicepresidente di Confindustria e presidente di Telecom. Dal 1997 al 2001 è stato presidente del Sole 24 Ore, mentre dal 2001 al 2006 si occupò dello sviluppo di La7 e dell’agenzia di stampa Apcom. Tronchetti Provera è un industriale abile ma riservato, dall'indole vivace. Basti pensare quel piccolo capolavoro che è ancora il calendario Pirelli, in cui lui era sempre in prima fila.

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Nell'estate del 2001 attraverso Pirelli e con il sostegno della famiglia Benetton, Tronchetti Provera costituisce la società Olimpia, che acquista circa il 27% di Olivetti dalla società Bell di Emilio Gnutti e Roberto Colaninno, diventando così il nuovo azionista di riferimento di Telecom Italia. E da qui inizia il declino di Tronchetti. La parabola dell'imprenditore di successo si scontra con la disastrosa scalata in Telecom Italia. Un fallimento annunciato da un ostracismo politico - tutti ricordano il tentativo di accordo con Rupert Murdoch, una partnership rivoluzionaria che venne stoppata dall'allora governo Prodi - e da una lunga "spy story" che si è protratta negli anni e da cui MTP è uscito totalmente indenne.

In realtà l'epoca di Tronchetti Provera  a Telecom è stata determinante. Durante la sua presidenza sono stati avviati progetti fondamentali, tra cui la fusione delle due società (Tim e Telecom), con l’obiettivo di ridurre l'indebitamento elevato per mezzo di Tim. Eppure fin dall'inizio, l'imprenditore era consapevole del rischio, già quando già nel 2001 Telecom mostrava gravi problemi e un notevole debito. Tuttavia, Tronchetti Provera aveva capitali da investire e credeva fermamente nel futuro delle telecomunicazioni. Ma non aveva messo in conto alcuni fattori imprevisti: un imminente squilibrio economico mondiale e diverse intromissioni politiche.

Subito dopo l'acquisizione di Telecom, Tronchetti Provera affrontò la prima grande sfida: l'attentato alle Torri Gemelle, che destabilizzò gli equilibri mondiali e rese inevitabile la rinegoziazione delle quote,  Il ruolo della politica fu altrettanto determinante. Quando Tronchetti Provera ricevette da PalazzoChigi un progetto di scorporo della rete infrastrutturale, capì che rimaneva ben poco da fare. Nel 2006 diede le sue dimissioni.

L'avventura in Telecom fu un vero e proprio boomerang. Tronchetti fa il passo più lungo della gamba e perde almeno 3 miliardi di euro, dopo aver investito 155 milioni di tasca propria per il controllo. Le tenta tutte, anche dismettendo il business dei cavi della Pirelli: un'operazione che "gli farà mangiare le mani" quando, anni dopo, con il nuovo marchio Prysmian, diventerà un affare miliardario per Goldman Sachs.

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Scontro Tronchetti-Prodi

Ma quando si arriva al nodo Telecom, i contrasti tra Tronchetti e Prodi inevitabilmente tornano alla ribalta. Era il 19 luglio 2006 quando Tronchetti Provera presentò a Prodi il progetto di un accordo strategico con Rupert Murdoch, come precedentemente menzionato. L'accordo prevedeva che Murdoch entrasse in Italia tramite Sky Italia, in cambio di azioni di Telecom Italia, sfruttando le potenzialità combinate dell'infrastruttura di rete di Telecom e dei contenuti di Murdoch. Prodi insisteva sul mantenimento del controllo italiano su Telecom, e Tronchetti gli assicurò che ciò sarebbe stato garantito, auspicando di concludere l'accordo entro agosto. Tuttavia, un anno e mezzo dopo la fusione, Tronchetti annunciò in consiglio di amministrazione lo scorporo di Tim, probabilmente per ridurre il debito di Telecom Italia, che era salito nel primo semestre del 2006 a 41,3 miliardi di euro.

Dopo l'annuncio, Prodi era indignato, affermando di non aver mai discusso con Tronchetti Provera l'idea dello scorporo, come se ciò non fosse mai stato contemplato negli accordi. Subito dopo, il presidente di Telecom diffuse un documento su carta intestata della Presidenza del Consiglio dei Ministri, consegnatogli da Angelo Rovati, consigliere di Prodi, che proponeva lo scorporo della rete fissa e forse il suo reinserimento sotto il controllo statale tramite Cassa Depositi e Prestiti, formata dal Ministero del Tesoro e dalle Fondazioni Bancarie. Di fronte alle accuse di ingerenza sollevate da alcuni partiti e testate giornalistiche, Prodi negò con fermezza di essere stato coinvolto nel piano, mentre Rovati confermò, assumendosi piena responsabilità, di essere il promotore del documento. In mezzo a questo vortice di polemiche, Tronchetti Provera si dimise e al suo posto fu nominato Guido Rossi.

E così si conclude la scalata nel business dei telefoni. Quando comprò la Telecom, il Financial Times lo battezzò il nuovo Agnelli e forse, per un certo periodo della sua vita, Tronchetti era quasi riuscito a diventarlo. Oggi Agnelli e Tronchetti hanno più in comune di quanto pensino, la Fiat, che fu dell’Avvocato, diventa Stellantis, mentre la Pirelli è finita nelle mani dei cinesi. Ma ecco che Tronchetti, all'età di 76 anni, sembra voler tornare sulla retta via, puntando a un rinascimento tutto italiano. Ora che l'emergenza è passata, è tempo di scaricare i cinesi per strada e tornare in carreggiata.

Imagoeconomica 68932Tronchetti Provera e Romano Prodi 
 

Il caso Kroll: l'inchiesta sullo spionaggio

Tronchetti è stato il fulcro di molte controversie legali e giudiziarie, e come non menzionare oltre alla faida con Prodi, il noto caso Kroll. Un tassello cruciale nel mosaico più ampio dei presunti dossier illegali prodotti dalla security di Telecom Italia. Al centro del dibattito giuridico vi era un Cd contenente dati raccolti dall'agenzia investigativa Kroll durante una battaglia commerciale nel 2004 tra Telecom e fondi di investimento brasiliani per il controllo di Brasil Telecom. Si sospettava che Kroll avesse condotto operazioni di spionaggio contro la Telecom italiana e la famiglia Tronchetti. Le indagini rivelarono che i file furono intercettati dagli uomini di Giuliano Tavaroli, capo della sicurezza di Telecom, attraverso un'operazione di hacking e successivamente consegnati alla segreteria di Tronchetti. Utilizzando questi dati, Tronchetti denunciò lo spionaggio alle autorità italiane e brasiliane. Tuttavia, secondo l'accusa, Tronchetti era ben a conoscenza della natura illecita di tali informazioni.

Nonostante fosse stato condannato in primo grado a un anno e 8 mesi, dopo alcuni anni, una sentenza ribalta il verdetto: "il fatto non sussiste", così annullando la precedente condanna inflitta dal tribunale di Milano a Marco Tronchetti Provera per l'accusa di ricettazione. 

Tutte le donne di Tronchetti Provera

Le donne sono sempre state il piacere, la passione e il lusso necessario nella vita di Tronchetti Provera. Il suo primo matrimonio con Letizia Rittatore Vonwiller, autrice di "Come sposare un miliardario", durò appena nove mesi. Seguirono dodici anni con Cecilia Pirelli, sposata dopo il divorzio dalla prima moglie e la nascita del terzo figlio. Ma poi arrivò il secondo divorzio, e con esso la libertà, lo champagne, le avventure galanti e il denaro speso senza freno. Tutto questo fino al 1997, quando incontrò Afef, la modella tunisina nota come "l'araba felice" dei salotti milanesi. Si sposarono nel 2001 a Portofino, in un momento cruciale per Tronchetti Provera, quando era nel momento più alto della sua carriera. Un atrimonio ostentato per anni quello con Afef e poi malamente naufragato.

4140498 largeTronchetti Provera e la modella Afef
 

La loro storia durò vent'anni, durante i quali Tronchetti Provera, e Afef, la donna che aveva conquistato il grande pubblico in TV, avevano vissuto una "vita da favola". Ma ogni favola ha la sua fine. Dopo 17 anni di matrimonio, il loro amore si sciolse come neve al sole. E per Tronchetti Provera, quel terzo matrimonio segnò un altro triste epilogo della sua vita.

Tronchetti  AfefTronchetti e la modella Afef