Economia

Ucraina, Biden valuta l'invio di truppe: l'escalation manda in rosso le Borse

Cresce la tensione tra Mosca e Kiev: la Nato manda "navi e aerei nell'Europa dell'Est". A picco le Borse europee, preoccupazione anche per la Fed

Di riflesso, le tensioni geopolitiche sul fronte ucraino, l'attesa sempre più nervosa per le indicazioni della Fed sui tassi d'interesse e, non da ultimo, l'incertezza sull'elezione del futuro presidente della Repubblica, piegano la Borsa di Milano, che registra un tonfo del 4% e si aggiudica a fine seduta il titolo di peggiore piazza finanziaria d'Europa. 

Non va meglio agli altri listini, visti i passivi in chiusura tra il 2 e il 3% che testimoniano un lunedì  vissuto ad alta tensione sui mercati finanziari. A deprime i listini è soprattutto la prospettiva di un possibile confronto armato in Ucraina, con l'escalation di tensioni tra Usa e Russia andata già in scena nelle ultime ore.

Un rischio testimoniato dal tonfo della Borsa di Mosca (-6% l'indice Moex), dall'ennesima impennata del prezzo del gas ad Amsterdam (92,6 euro al megawattora, +17%) e dalla doppia correzione sia del Nasdaq che dello S&P a Wall Street.

Ma il nervosismo è anche sul fronte delle politiche monetarie, in vista della due giorni del Fomc, il braccio operativo della Fed, da cui gli indicatori attendono notizie precise sui futuri aumenti del costo del denaro per raffreddare l'inflazione Usa. In questo clima generale a Piazza Affari si aggiunge l'incertezza sul nome futuro presidente della Repubblica, anche se per ora gli operatori ritengono come piu' probabile una 'promozione' di Mario Draghi al Quirinale.

A concludere l'amaro bilancio della seduta per il Ftse Mib (-4%) anche l'effetto cedole di Enel e Snam, che ha pesato per lo 0,39% sull'indice milanese. Le vendite non hanno risparmiato nessuno dei titoli principali, a partite dal settore auto della 'galassia' Agnelli con Stellantis (-7,4%), Iveco (-7,1%) e Cnh (-6,6%). Male DiaSorin (-5,7%) nel giorno in cui l'a.d.

Carlo Rosa è stato rinviato a giudizio per l'ipotesi di reato di insider trading. Sul fronte dei cambi, l'euro vale 1,1313 dollari (da 1,1345 dollari venerdi' in chiusura) e 128,84 yen (129,06) mentre il dollaro/yen e' a 113,88 (113,765). Scivola, infine, anche il petrolio con il Wti di marzo in discesa a 82,5 dollari (-3,2%) e il Brent a 85,6 dollari (-2,7 per cento). 

(Segue il prezzo del gas e Wall Street...)