Economia
Ue, regole severe sulla pesca. A rischio il 70% di attività nel Mediterraneo
La denuncia della Flai-Gcil: "Solo in Sardegna, Puglia e Sicilia la riduzione sarà del 50%". Il caso Lampedusa: divieto totale
Nuove norme Ue, la pesca nel Mediterraneo a rischio. Tremano le regioni del sud Italia
L'Europa mette a serio rischio la pesca nel Mediterraneo, le nuove norme rischiano di bloccare il settore, si calcola una diminuzione fino al 70%. Ci sono le nuove aree protette e gli ulteriori divieti per la pesca a strascico, oltre ai parchi offshore in costruzione e i nuovi limiti per la pesca in profondità. Questo è il piano di Bruxelles, se la legge dovesse essere approvata - si legge su Il Sole 24 Ore - l'attività verrebbe inibita nel Mar Mediterraneo in una percentuale addirittura superiore al 70%, un guaio soprattutto per i nostri 12mila pescherecci. L'allarme è stato lanciato dalla Flai, il sindacato agroindustriale che fa capo alla Cgil.
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Ieri a Roma è stato presentato un corposo studio per ricostruire la nuova mappa degli spazi per la pesca marittima in Italia, così come verrà rimodellata dai limiti normativi in arrivo a livello nazionale e europeo. L'impegno - prosegue Il Sole - è lodevole e mira ad aumentare la sostenibilità ambientale. Ma il combinato disposto di tutte le restrizioni, dicono i lavoratori della pesca, rischia di diventare un boomerang contro un settore già martoriato, che negli ultimi dieci anni ha già perso il 20% della flotta. I casi più clamorosi riguarderebbero tre regioni del Sud Italia come Sardegna, Puglia e Sicilia, per loro è previsto un calo fino al 50%. Emblematico il caso di Lampedusa, un'isola votata alla pesca, non si potrà più pescare da nessuna parte perchè é un'area marina protetta.