Economia

Unicredit sale al 28% di Commerzbank e non rinuncia a BancoBpm: prende forma il piano piglia-tutto di Orcel

Il sogno di Andrea Orcel, una banca da oltre 100 miliardi di capitalizzazione, sta prendendo forma: ecco perché può andare in porto

di Marco Scotti

Unicredit-Commerzbank, il sogno di Orcel può avverarsi 

Lo chiamano il Cristiano Ronaldo dei banchieri per due motivi: il primo, perché guadagna un sacco di soldi; il secondo, perché è potente, spregiudicato, creativo, proprio come il campione portoghese. Andrea Orcel ha in mente un sogno: fare di Unicredit la più importante banca d’Europa. E per raggiungere questo obiettivo assai ambizioso, ha deciso di fare qualcosa di mai visto prima: due opa in contemporanea o quasi. Ci riuscirà? Vedremo. Intanto la notizia di oggi è che Unicredit sale al 28% di Commerzbank, nonostante gli strepiti anacronistici dei tedeschi che – sempre meno locomotiva d’Europa – alzano le barricate quando si entra nel loro orticello. Ma sono gli stessi teutonici che, in piena epoca di crisi del debito sovrano, decisero di vendere quasi tutti i loro titoli di stato italiani provocando un terremoto che si tramutò in un’impennata dello spread su livelli mai visti prima (571). Sono gli stessi che, tramite Deutsche Bank, si ritrovarono con la pancia piena di derivati a provare a dettare regole di rigore e austerità. Insomma, da che pulpito. 

Secondo quanto risulta ad Affaritaliani.it, comunque, l’opa su Commerzbank da parte di Unicredit si concretizzerà solo dopo le elezioni tedesche, cioè dalla fine di febbraio in poi. E solo allora si potrà capire con maggiore chiarezza se il nuovo governo vorrà fare le barricate (ma la Bce non ha niente da dire?) o se invece si potrà procedere a un’integrazione importante e preziosa.

Altro discorso è invece quello che riguarda BancoBpm. Ora: gli appassionati del mondo finanziario non hanno dimenticato che cosa accadde quasi tre anni fa. All’epoca, secondo quanto risulta ad Affari, i comunicati stampa per l’annuncio dell’opa erano già pronti così come le informative per la Consob. Poi però una “manina” svelò al Messaggero che cosa stava succedendo (si disse allora che fu qualcuno nel governo Draghi, ma chi?) e Orcel decise di annullare tutto, cestinando offerta, prospetti e comunicati stampa. All’epoca, si era a febbraio del 2022, Unicredit valeva in Borsa poco più di 15 euro ad azione, oggi flirta con quota 40. Insomma, un altro mondo. 

Oggi, a distanza di tempo, Piazza Gae Aulenti torna a mostrare il suo amore per Piazza Meda. Ma a nessuno può essere sfuggito il momento preciso in cui questo è avvenuto, cioè a pochi giorni di distanza dall’annuncio dell’opa di BancoBpm su Anima per creare un grande polo del risparmio gestito che sarà, d’ora in poi, il modo migliore per fare soldi per le banche, visto che i tassi torneranno ad abbassarsi e con essi anche i margini. La ricchezza amministrata degli italiani vale il 95% del Pil (dati Intesa Sanpaolo) e può ancora crescere moltissimo, visto che in Europa tocca il 167%. E dunque Giuseppe Castagna ha scelto di lanciare un’opa su Anima per accrescere la presenza della sua banca in quel settore.

Unicredit, che ancora sconta le mosse folli di Jean Pierre Mustier che ha ceduto Pioneer ad Amundi e Fineco, sta cercando di crescere nel settore. Da qui l’idea di una triangolazione con Crédit Agricole, principale azionista proprio di Amundi. Ma è logico pensare che Orcel abbia mosso le sue pedine anche in un’ottica tattica, cioè per frenare l’avanzata di BancoBpm in Anima, vero e proprio gioiellino del risparmio gestito. Attenzione, perché la questione si complica ulteriormente. Dentro la Sgr guidata da Alessandro Melzi D’Eril si è appena costituito un nocciolo tutto italiano, in ottica anti-francese, che vede nel suo azionariato Poste, Fsi e Francesco Gaetano Caltagirone. Oltre ovviamente al Banco che è già oltre il 15% e vuole appunto lanciare un’opa totalitaria. 

Dunque Orcel ha in mente un piano complesso ma potenzialmente piglia-tutto: comprare Commerzbank e, al contempo, mangiarsi BancoBpm prendendosi anche Anima e pure una quota di Mps. Monte dei Paschi, un tempo al centro degli appetiti di Unicredit, è tornata a essere un boccone prelibato dopo la cura-Lovaglio. E pare che Orcel abbia provato a bussare alla porta di Siena e di Banca Akros ma senza successo. Perché l’operazione di costituzione del terzo polo era già stata avviata e non poteva essere fermata. Quindi, ricapitolando: Piazza Gae Aulenti lancia un’opa (al ribasso, va detto anche questo) più per “freezare” le mosse di Castagna che per altro. Nel frattempo aspetta l’assemblea straordinaria del 10 aprile 2025 per varare un aumento di capitale con l’emissione di 266 milioni di nuove azioni, ovvero (ai cambi attuali) 10,37 miliardi di euro, cioè grossomodo quanto recapitato sul tavolo di Piazza Meda. Orcel sta giocando una doppia partita con un occhio a Berlino: ha scommesso che il valore di BancoBpm calerà, ma al tempo stesso sa che dovrà alzare la posta, unendo alle azioni anche soldi. Quanti? Probabilmente serviranno 3-4 miliardi cash. 

Ma nel frattempo Castagna è fermo. Per questo ha annunciato un esposto alla Consob per comportamento scorretto, dopo aver potuto contare su un parere pro veritate, tra gli altri, del super esperto Andrea Zoppini. Come finirà? La Consob non si è mai mostrata particolarmente reattiva, ed è probabile che non lo sarà neanche questa volta. Quello però che è probabile è che i soci di BancoBpm, che oggi respingono sdegnosamente (e a ragione) l’offerta di Orcel, si troveranno in primavera con una nuova proposta. Probabilmente in un mercato più complesso e con le mani legate dalla passivity rule che impedirà al Banco di agire liberamente. Potrà ovviamente completare l’operazione con Anima e perfino la fusione con Mps, ma non potrà rilanciare. La rabbia di Castagna è comprensibile e giustificabile. Come finirà? Molti analisti contattati da Affaritaliani, che per ovvie ragioni preferiscono rimanere anonimi, sono pronti a scommettere sulla buona riuscita della sempre più probabile Opas (Offerta pubblica di acquisto e scambio) di Unicredit su BancoBpm. Con buona pace del terzo polo.

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