Unicredit, il "piano B" di Mustier: scissione tra attività estere e italiane
Unicredit, circola un "piano B": ipotesi di un nuovo polo con base in Germania
Scissione tra le attività estere e italiane per il rischio Italia? Da qualche settimana circola un piano riservato, probabilmente di una banca d'affari, che secondo fonti de Il Sole 24 Ore è stato esaminato dai vertici di UniCredit. L'ipotesi è proprio una scissione: da una parte le attività italiane, dall'altra quelle estere (Germania, Austria, Centro Est Europa, Turchia, Russia) con la creazione di un polo con sede in Germania. L'istituto ha risposto con un "no comment", ricordando che l'orizzonte del piano al 2019 è all'insegna di "One Bank" e che con il terzo trimestre ogni società del gruppo dovrà diventare autofinanziata ("One Unicredit, One Bank" era lo slogan con cui Jean Pierre Mustier lanciò il piano triennale Transform 2019 di Unicredit). Per ora l'ipotesi sarebbe una sorta di piano B che Unicredit sta valutando nell'interesse degli azionisti, per oltre l'80% investitori istituzionali (in gran parte esteri). Il punto di partenza è la constatazione di quanto il rischio Italia pesi sulla valutazione del gruppo.
Secondo quanto scrive ancora Il Sole 24 Ore la divisione corporate & investment banking (Cib) sarebbe frazionata, confluendo in maggior misura nella Unicredit estera che con ogni probabilità avrebbe sede in Germania. Scondo gli analisti serie incertezze riguarderebbero l'attribuzione pro-quota dell'equity e delle obbli al passivo, ma dal quartier generale della banca le fonti ufficiali rispondono sul tema con un no comment.
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