Economia
UniCredit,simulazioni al Tesoro su M&A.A Orcel non piace l'opzione Siena,ma...
La fusione a tre UniCredit-Banco-Mps. Rumors
Pioggia di Buy (comprare) per UniCredit che tocca i massimi da un anno in Borsa (+ 5,2% a fine seduta) dopo la buona trimestrale, le indicazioni sulla svolta strategica e sulla scia delle mosse speculative degli investitori che fanno incetta di titoli del sorvegliato speciale numero uno del risiko bancario tricolore.
Dopo che nel weekend sono circolate delle indiscrezioni sullo schema che il Tesoro vorrebbe proporre a Unicredit per l’acquisizione (51% a un orezzo simbolico come fu per Intesa con le banche venete e poi Opa a prezzi vicini a quello di acquisto della maggioranza), secondo alcuni rumors raccolti da Affaritaliani.it in Via XX Settembre sul tavolo dei tecnici capeggiati dal direttore generale Alessandro Rivera ci sono anche varie simulazioni sulle risultanti industriali, e in particolare sul numero degli esuberi, conseguenti ai merger bancari. Non solo sull’operazione UniCredit-Mps, ma anche sulla fusione a tre, che tanto spaventa i sindacati, UniCredit-Mps-BancoBpm. I numeri che circolano sono: 2.500 esuberi in BancoBpm e 5.000-6.000 fra il Monte e Piazza Gae Aulenti.
E’ più però un attivismo del Tesoro che sa di non avere molto tempo per confezionare l’uscita dal capitale di Rocca Salimbeni entro la fine del 2021 come vuole la Dg Comp. Perché, come già riferito da Affaritaliani.it UniCredit fino a fine anno non dovrebbe fare nessuna mossa. Primo perché le priorità, come anche spiegato la scorsa settimana dal nuovo Ceo Andrea Orcel in conference call, sono altre: in cima alla lista c'è il rilancio del retail soprattutto in Italia, a cui affiancare accordi per le fabbriche prodotto e un rafforzamento della divisione Corporate&investment banking. Secondo perché, a quanto risulta, l’M&A è l’ultimo tassello che deve seguire il ridisegno della strategia per risolvere i punti deboli. In più, a quanto risulta e come già riferito, il banchiere ex Ubs non ha mai giudicato positiva l’operazione Montepaschi e continua a non amarla.
Se dovesse finire oggetto del pressing delle richieste governative per un’operazione di sistema, come fu nel 2017 per Intesa-Sanpaolo, si scommette che oltre alla dote per un impatto zero sul capitale di UniCredit, Orcel chieda anche il disco verde per mettere le mani sul Banco, la vera operazione che gli interessa e che gli consentirebbe di rafforzarsi nell’area più ricca del Paese riducendo il divario con il campione nazionale guidato da Carlo Messina.
Così facendo, però, metterebbe fuori gioco uno dei potenziali attori aggreganti per la costruzione del terzo polo bancario che tanto piace a Palazzo Chigi che vuole rendere il sistema bancario italiano simile a quello francese e spagnolo dove ci sono tre grandi istituti capaci di sostenere l'infrastruttura industriale del Paese, mantenendo viva la concorrenza nel credito.
Intanto, nel breve in Piazza Gae Aulenti, si attendono novità sulla squadra. Pare che Orcel abbia contattato alcuni banker della sua ex squadra di Ubs.
@andreadeugeni