Economia
Wto, scelta la nuova guida: è l'economista che salvò la Nigeria
Si definisce 'una combattente' Ngozi Okonjo-Iweala, l'economista nigeriana prima donna alla guida dell'Organizzazione mondiale del commercio
Si definisce 'una combattente' Ngozi Okonjo-Iweala, l'economista nigeriana che è stata nominata prima donna alla guida dell'Organizzazione mondiale del commercio . Ma - tenacia a parte - il suo curriculum e la sua biografia confermano l'eccezionalità di una studiosa e politica che è stata ripetutamente inserita nell'elenco delle personalità (o delle donne) più influenti a livello africano e globale. Figlia di due accademici, esperta di finanza internazionale e sviluppo la Okonjo-Iweala è considerata un'abile negoziatrice, in grado di costruire il consenso intorno al suo lavoro, forte dell'esperienza accumulata in Africa, Asia, Europa, America Latina e Nord America. In patria, poi, la 67enne studiosa è considerata come la ministra che ha 'salvato' l'economia nazionale, piagata da debito, corruzione, inefficienze. Infatti, dopo la laurea in economia presso la Harvard University e un dottorato presso il Massachusetts Institute of Technology, ha trascorso 25 anni come economista sulle politiche dello sviluppo presso la Banca Mondiale.
In questa veste ha guidato diverse iniziative per l'assistenza ai paesi a basso reddito e gestendo aiuti per più di 40 miliardi di dollari, nel 2003 la Okonjo-Iweala è stata nominata ministro delle Finanze della Nigeria (anche qui prima donna a ricoprire l'incarico mantenuto fino al 2006), poi nel 2006 ha ricoperto brevemente la carica di ministro degli Esteri e fra il 2011 e il 2015 è ritornata alla guida delle Finanze. In questo suo ultimo incarico l'economista ha attuato un programma completo di riforme che ha stabilizzato i conti pubblici e il sistema economico del paese più popoloso dell'Africa, ha triplicato il suo tasso di crescita economica e promosso una maggiore trasparenza fiscale per combattere la corruzione. In questa veste ha anche guidato i negoziati della Nigeria con il Club dei creditori di Parigi, che nel 2005 hanno portato alla cancellazione di 30 miliardi di dollari di debito.
Ma nella sua storia personale ci sono ben altre prove, come l'infanzia passata in una regione piagata dalla carestia, in situazioni disperate come quella che vide la piccola Ngozi trasportare sulle spalle per chilometri la sorellina di 3 anni malata di malaria, per farla visitare dai medici e salvandole la vita. Nonostante queste vicende, la neo direttrice del WTO arriva da una famiglia illustre: suo padre infatti era docente universitario di matematica ma soprattutto Obi (ovvero sovrano) del regno degli Ogwashi-Uku, nel Delta State, nel sud della NIgeria.
Dopo la laurea in economia presso la Harvard University e un dottorato presso il Massachusetts Institute of Technology, la Okonjo-Iweala ha trascorso 25 anni come economista sulle politiche dello sviluppo presso la Banca Mondiale. In questa veste ha guidato diverse iniziative per l'assistenza ai paesi a basso reddito e gestendo aiuti per più di 40 miliardi di dollari, nel 2003 la Okonjo-Iweala è stata nominata ministro delle Finanze della Nigeria (anche qui prima donna a ricoprire l'incarico mantenuto fino al 2006), poi nel 2006 ha ricoperto brevemente la carica di ministro degli Esteri e fra il 2011 e il 2015 è ritornata alla guida delle Finanze.
In questo suo ultimo incarico l'economista ha attuato un programma completo di riforme che ha stabilizzato i conti pubblici e il sistema economico del paese più popoloso dell'Africa, ha triplicato il suo tasso di crescita economica e promosso una maggiore trasparenza fiscale per combattere la corruzione. In questa veste ha anche guidato i negoziati della Nigeria con il Club dei creditori di Parigi, che nel 2005 hanno portato alla cancellazione di 30 miliardi di dollari di debito. Sposata, con quattro figli, la Okonjo-Iweala - che si descrive come "una convinta sostenitrice del potere del commercio di sollevare i paesi in via di sviluppo dalla povertà" - presiede la GAVI Vaccine Alliance e siede nel board di Twitter. Transparency International l'ha nominata una delle otto ispiratrici combattenti anti-corruzione nel 2019, mentre Fortune Magazine l'ha definita una delle 50 più grandi leader mondiali nel 2015. Nel 2014, Time Magazine l'ha inserita tra le prime 100 persone più influenti al mondo.