Spettacoli

Chi è Lorena Cesarini, questa sera sul palco dell'Ariston accanto ad Amadeus

Nata a Dakar, ma romana d'adozione, tifa per la squadra giallorossa e sognava di fare l'attrice fin da bambina: ce l'ha fatta

Chi è Lorena Cesarini, co-conduttrice della seconda serata del Festival

Lorena Monroe Cesarini ha 35 anni. È nata a Dakar, in Senegal, ma dopo la morte prematura del padre si è trasferita a Roma con la madre Germaine. È diventata italiana e ha preso il cognome del nuovo compagno della mamma. Fin da bambina sognava di fare l’attrice e nel 2013 ha debuttato al cinema con il film “Arance e martello” di Diego Bianchi detto “Zoro” (il conduttore di “Propaganda Live”). Inoltre ha recitato in “Il Professor Cenerentolo”, con Leonardo Pieraccioni, e “E’ per il tuo bene”, con Marco Giallini e Matilde Gioli. 

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E’ diventata una star grazie a Netflix

La sua fama è soprattutto dovuta alla serie di Netflix “Suburra”, tratta dal successo cinematografico di Stefano Sollima del 2015 tratto dal romanzo di Carlo Bonini e Giancarlo De Cataldo. Lorena interpretava Isabel, la prostituta della quale Aureliano (Alessandro Borghi), si innamora nella prima stagione. Ha inoltre preso parte a un episodio de “I bastardi di Pizzofalcone”. La passione per la recitazione non l’ha distratta dagli studi: si è laureata in Storia contemporanea e ha iniziato a lavorare all’Archivio centrale di Stato. 

La vita privata di Lorena Cesarini

Tifosa della Roma e in particolare di Francesco Totti, è molto attiva sui social, dove spesso pubblica foto che la ritraggono con il suo fidanzato. Tuttavia, è molto attenta a preservare la privacy e quindi non sono noti ne’ il nome del suo compagno, ne’altri dettagli della sua sfera personale.

“Voglio parlare di integrazione”

La sua storia personale le ha provocato alcune critiche al momento dell’annuncio della sua scelta come co-conduttrice del Festival, ma lei non si è fatta intimorire. Al contrario, vorrebbe farne il tema di uno dei suoi interventi sul palco dell’Ariston: “L’integrazione è ancora una sfida purtroppo, lo dico a malincuore. È sorprendente che sia una questione di cui discutere in Italia, unico Paese europeo ancora così indietro su questi temi. Ma sinceramente sono pronta ad affrontare le critiche a testa alta: dovrebbe provare vergogna chi pensa e scrive certe cose invece di gioire del fatto che ci siano volti nuovi e soprattutto varietà e inclusione”.