Spettacoli
Europe, la band compie 40 anni e racconta il successo di "The Final Countdown"
Intervista al batterista Ian Haugland, che si prepara per il tour celebrativo del 2023
Due titoli per tutti: “The Final Countdown” e “Carrie”. Come sono nate?
Bé, che dire, “The Final Countdown” era solo un’introduzione, proprio come si può sentire nell’album omonimo, ed è stata scritta per un DJ a Stoccolma, da usare come intro per il suo spettacolo in discoteca. Solo un anno dopo Joey ha poi deciso di farne un’intera canzone. “Carrie” invece è stata scritta da Mic e Joey, ed è stata ispirata da altre ballate dell’epoca come Scorpions “No One Like You” e Foreigners “A Girl Like You”. Carrie non è una persona reale, si tratta solo di una relazione interrotta.
Come è mutato il settore della musica dagli anni Ottanta ad oggi?
I cambiamenti rispetto agli anni ‘80 sono stati molteplici. All’epoca si registrava e si pubblicava un album e si andava in tour per promuovere quel determinato album. Tuttavia nel mondo d’oggi è il contrario, si pubblica un album e lo si usa per promuovere il tour. La cosa più triste di tutto ciò è che un artista non ottiene un profitto economico se si limita solo alla pubblicazione dell’album, ma d’altra parte vi è un elemento positivo ovvero che per sopravvivere come artista devi essere molto bravo nei live e trasmettere una vera e propria emozione per la tua audience.
C’è un album o un singolo al quale sei particolarmente legato?
Ho sempre pensato che Prisoners In Paradise meritasse molta più attenzione. È stato più o meno ignorato poiché è rilasciato lo stesso anno in cui l'ondata del Grunge è arrivata e ha spazzato il mondo. All'improvviso a nessuno sembrava fregare nulla di qualsiasi band degli anni '80, noi compresi! Secondo me "Prisoners" è pieno di canzoni meravigliose che avrebbero potuto essere grandi successi.
Quale è l’attuale formazione della band? Il legame fra voi?
È sempre la stessa di “The Final Countdown” del 1986. Io alla batteria, John Leven al basso, Mic Michaeli alle tastiere, John Norum alla chitarra e Joey Tempest alla voce. Siamo legatissimi nello lo spirito da una grande energia e amicizia. Siamo davvero una band di “fratelli di sangue”!
Progetti attuali e futuri? Avete in programma concerti, live, nuovi dischi?
Abbiamo appena terminato un tour europeo insieme ai Whitesnake, e per il resto dell'estate suoneremo in festival in tutta Europa. Più tardi, quest’inverno, andremo in Sud America per alcuni spettacoli prima di fare una pausa natalizia. L’anno prossimo è il 40° anniversario della band, quindi ci sarà molto da fare, un tour importante per tutto il 2023 al fine di celebrarlo come si deve. Stiamo inoltre scrivendo nuove canzoni per l’uscita di un album l’anno venturo.
Il vostro pensiero in merito al tragico conflitto Russo-Ucraino? Soluzioni?
Tutte le guerre sono semplicemente orribili, così come quella attuale in Ucraina. Non so cosa ci vorrebbe per interrompere questa follia, ma spero tanto che si fermino le ostilità, e il prima possibile. Nessun innocente deve mai più soffrire e – soprattutto - morire! Una totale pazzia.
Ian, vuoi ringraziare qualcuno?
Prima di tutto vorrei ringraziare i miei genitori per avermi sempre supportato e aver creduto anche loro che un giorno il sogno di diventare musicista si tramutasse in realtà. E poi ovviamente tutte le migliaia di persone e fan che ci hanno sostenuto nel corso degli anni. Sono la ragione per cui siamo ancora insieme a fare ciò che amiamo e sappiamo fare meglio; la musica!