Spettacoli
Gazebo, esempio di tv acida. Diego Bianchi “(h)omo twittans” e la Tv del malox
Gazebo è un programma di Rai 3 che va in onda in seconda serata e condotto da Diego Bianchi in arte “Zoro”
Di Giuseppe Vatinno
Gazebo è un programma di Rai 3 che va in onda in seconda serata e condotto -come noto- da Diego Bianchi in arte “Zoro” per la regia di Igor Skovic, regista serbo che ha lavorato con Corrado Guzzanti.
Gazebo è considerato un esempio di quello che i sociologi della comunicazione definiscono, con termine quanto mai appropriato, “giornalismo gonzo” genere inventato dal giornalista Usa Hunter Stockton Thompson e caratterizzato da una certa superficialità interpretativa dei fatti soprattutto politici che allenta i legami dell’oggettività fattuale.
Diego Bianchi del “gonzismo” (utilizzo il termine nell’accezione tecnica sopra richiamata) è maestro insuperato e insuperabile. Coadiuvato nel ruolo di “chiarificatore” in studio da Marco Damilano vicedirettore de L’Espresso, Bianchi dà sfoggio di tutto quello che io definisco invece “giornalismo acido” o “giornalismo al malox”.
Si tratta di un singolare mix di frustrazioni personali e di visioni ideologiche svanite nella dura realtà fattuale che fanno del tipico “alternativo” da centro sociale un (supposto) personaggio pubblico che cerca di “interpretare” con l’acidità della sua personale (e triste) visione dl mondo i fatti che accadono e meraviglia la presenza del regista sia proprio Skovic che ha lavorato spesso con il grande Corrado Guzzanti, ma la differenza tra i due è enorme.
Se Guzzanti fa satira intelligente e a tratti irresistibile sul perbenismo della società italiana Bianchi cerca solo di distruggere con la battutina cattiva, con l’ammiccatina perfida, con le mossettine di una faccia indisponente e con magliettine a mezze maniche anche in pieno e gelido inverno.
Ma tant’è.
Una visione puramente destruens della realtà in cui tutto e tutti sono considerati corrotti, cattivi, degni di biasimo, e sostanzialmente senza speranze intanto poi c’è lui, l’archetipo dell’ intellettuale progressista, dell’ “(h)omo twittans”, pronto a riversare la sua acidità gastrica sul mondo intero, intanto che gli frega, si diverte, risparmia in malox e soprattutto fa un bel po’ di soldoni pubblici.
Hai capito che furbone ‘sto Zoro?