Marta Górnicka: quando si fa politica con lo spettacolo
A Cividale un'opera contro il nazionalismo e il sovranismo
Ormai non sanno più cosa inventare per contrastare il nazionalismo, come se in sé si trattasse di una cosa proibita o indecente. Ad esempio a Cividale, alla grande rassegna teatrale quest’anno, c’è uno spettacolo della polacca Marta Górnicka che sotto la specie dell’opera culturale è in realtà un modo di fare politica senza prendersene le responsabilità conseguenti. L’opera teatrale fa parte di un certo filone stantio che vuole mettere alla berlina i nazionalismi e il sovranismo ma che risulta, alla fine, solo irritante. Giovedì 5 luglio si apre il Mittelfest con “Hymn to Love”. Lavoro teatrale di parte, che promette luoghi comuni e metafore infantili con la presa in giro dei leader europei populisti. La regista polacca è ossessionata dal pericolo del binomio patria-famiglia con ammiccamenti scorretti ad un passato recente e cioè quello tra le due guerre mondiali. La Górnicka evoca nel suo antro fatto di pessimismo e paura i “demoni” e ne paventa un “risveglio” in Polonia, la sua patria (termine che la turba) e in Ungheria. Definisce il suo continente la “Grassa Madre Europa” e sciorina la tiritera del qualunquismo che ha portato all’attuale stato di cose.
E poi dice: “La Polonia e l’Ungheria sono state le apripista della deriva…Quasi l’80% dei polacchi approva quello che fa il governo in tema di immigrazione…”. Appunto signora Górnicka. Invece che produrre opere teatrali noiose si chieda il perché.