Spettacoli

Mannheimer: "Io sondaggista vado in teatro. Elezioni? Bene Salvini con Silvio"

Giordano Brega

Renato Mannheimer sul palco con “Il Sondaggista – Ovvero i danni del teatro”. E si racconta a tutto campo. L'intervista

“Io recitavo sin da piccolo e mi è sempre piaciuta l’idea. L’opportunità è nata per caso durante una chiacchierata ed ecco lo spettacolo, scritto dalla drammaturga Valeria Cavalli e con la regia di Alberto Oliva”. Renato Mannheimer racconta ad Affaritaliani.it “Il Sondaggista – Ovvero i danni del teatro”, che lo vedrà in scena dal 9 al 12 novembre all'MTM Teatro Litta di Milano.

Uno spettacolo scritto sulla falsariga del famoso atto unico di Anton Cechov “Sui danni del tabacco”. Ma il titolo pare anche molto autobiografico…
“L’idea iniziale era che io provassi a interpretare Cechov. Poi ci siamo resi conto che non essendo io un attore... era troppo (ride, ndr). Però Valeria Cavalli, scrivendolo, ha voluto fare una cosa un po’ autobiografica e un po’ che riprendesse alcuni tratti di Checov. E’ un misto: ci sono citazioni del drammaturgo russo, qualcosa di autobiografico, ma anche cose inventate per far ridere”

Quali sono i tratti autobiografici della commedia?
“La mia esperienza nei sondaggi e quella televisiva. La voglia di fare l’attore... Poi però canto e ballo, cosa che non avevo mai fatto nella vita. Mi sono anche stortato un ginocchio nelle prove a ballare…”

Dal teatro ai sondaggi e alla politica di queste ore. Alla luce di quanto sta accadendo in Sicilia cosa dobbiamo aspettarci alle prossime elezioni del 2018?
“Sono ancora molto lontane. C’è di mezzo una campagna elettorale e i partiti devono ancora definire candidati e programmi. Quindi ancora non si può dire. Però certo il Pd dimostra di essere in crisi in questo momento. Magari la supererà, ma sicuramente è una crisi che era attesa. Abbiamo la dimostrazione di un partito in difficoltà. Invece..."

Invece?
"C’è la non difficoltà del Movimento 5 Stelle, che si pensava fosse in calo alla luce di tutto quello che è successo. Alle ultime amministrative l’M5S aveva avuto un’erosione a favore dell’astensione. Questa volta ci sono stati tanti astenuti, ma i 5 Stelle restano forti. Malgrado i problemi, Roma, Torino… i grillini raccolgono la protesta e la disaffezione”

La Lega di Salvini come la vede?
“Deve necessariamente allearsi con Berlusconi alla luce di questo sistema elettorale. E mi pare un’alleanza che possa funzionare. Per adesso il Centro-Destra ha mostrato di poter fare quell’alleanza che ha il vento in poppa. E potrebbe anche farcela alle elezioni”

Dal presente ai ricordi. Nella sua carriera di sondaggista quali sono le elezioni che ricorda con maggior piacere?
“Non ero ancora sondaggista, ma un giovane assistente all’Università e fu il Referendum sul divorzio del 1974”

Perché?
“Segnò la svolta in Italia. Fu la prima volta che la gente votò in modo difforme dal partito che tradizionalmente aveva sempre votato. Sino ad allora se uno era comunista, votava sempre comunista. E così i democristiani. Si votava per identità. Un tema come quello del divorzio, più semplice da capire rispetto a problemi politici più complicati e che aveva a che fare con la vita quotidiana di noi tutti, vide la gente votare in modo diverso. Avessero seguito la distribuzione delle preferenze politiche che c’erano in quel momento, avrebbe vinto l’abolizione del divorzio. Invece non andò così. E fu l’inizio della grande mobilità elettorale, che poi si è susseguita e che viviamo ancora oggi”

Il ricordo più brutto?
“Non ricordo le amministrative, ma ci fu un errore tremendo. Di quelli da vergognarsi. Pagammo la nuova mobilità del voto. Ma tutto si recupera…”

A livello personale lei inizia questa avventura teatrale dopo un periodo difficile. Ricordiamo i guai con il fisco che poi ha risolto. Che lezione ha tratto da questa vicenda?
“Prima di tutto bisogna stare attenti a chi dai ascolto. Non sempre i consiglieri vanno bene. E poi occorre stare attenti, essere bravi e pagare le tasse”