Spettacoli
Musica: i migliori 30 (+1) album del 2021, tra rock, hip-hop e swing
Tutto il meglio di un'annata particolare per la musica italiana e internazionale, compresi diversi grandi ritorni
Musica: i 30 (+1) migliori dischi del 2021
Adele - “30”
Il quarto album in studio della cantautrice britannica è anche il migliore della sua carriera. Non solo serve ad esorcizzare il dolore per il divorzio e i sensi di colpa nei confronti del figlio, efficacemente raccontati in “Easy on me”, ma anche per sancire una rinascita che va ben oltre l'impressionante dimagrimento: artisticamente, “30” esplora nuovi e più raffinati jazz, soul e R&B.
Consigliato a chi ama: Lana Del Rey, Cole Porter, Amy Winehouse
Damon Albarn - “The nearer the fountain, more pure the stream flows”
Il disco è stato realizzato durante il lockdown, trascorso tra i suggestivi paesaggi islandesi, dopo un'esperienza in Africa. Questo già dice molto delle sonorità raffinate e coinvolgenti che lo animano, segnando una notevole evoluzione rispetto ai Blur e ai Gorillaz, per avventurarsi sul terreno dei giganti, da Brian Eno ai Radiohead. Sottile e profondo, è una perfetta colonna sonora per lunghi viaggi. Anche interiori.
Consigliato a chi ama: Blur, Brian Eno, Porcupine Tree
Richard Ashcroft - “Acoustic Hymns vol. 1”
Non aspettatevi nulla di nuovo, bensì una lettura in chiave acustica del repertorio del cantante, sia da solista, che con i Verve. Il titolo fa ovviamente riferimento a quell'”Urban Hymns” che segnò l'esplosione mondiale della band. Infatti il disco si apre con la nuova versione di “Bittersweet Symphony” (che poteva anche venire meglio) per poi spaziare da “Sonnet” a “A song for the lovers”, passando per superclassici come “Lucky man” e “The drugs don't work”. Un consiglio: se ci fosse mai un volume 2, non andrebbe dimenticata “Love is noise”, anche perché renderla bene in acustico non sarebbe affatto scontato.
Consigliato a chi ama: The Verve, Oasis, Suede
Alice Cooper - “Detroit stories”
Un ritorno incredibile, alla soglia dei 74 anni (li compirà il 4 febbraio). Senza riunciare al make-up reso famoso dal suo personaggio horror e autoironico, nonno Alice si concede un disco rock/blues che se ne frega completamente delle mode, con la cover di “Rock and roll” dei Velvet Underground e sonorità che rimandano ai tempi dei Ramones. Tra i tanti ospiti, spiccano il produttore Rob Ezrin e Larry Mullen Jr degli U2, che suona la batteria in “Shut up and rock”. Il risultato è un lavoro completamente, ma altrettanto piacevolmente, fuori dal tempo
Consigliato a chi ama: Velvet Underground, Ramones, New York Dolls
Biffy Clyro - “The Myth of the happily ever after”
A un solo anno di distanza dal grande successo di “A celebration of endings”, la band scozzese torna con un nuovo album, il nono della sua storia, sorprendentemente già carico di nuova energia e creatività. Un lavoro che, spiega lo stesso trio, nasce nell'anno della pandemia di Covid-19 come reazione all'ottimismo del precedente, ma soprattutto alle perdite e ai sacrifici di questo periodo così difficile. A conferma del fatto che anche nella cattiva sorte c'è qualcosa da salvare.
Consigliato a chi ama: Muse, Glasvegas, Nothing but Thieves
Billy Idol - “Roadside” (e.p.)
Si tratta di un extended play con sole quattro canzoni, ma il risultato è così brillante che vale la pena di inserirlo come special guest tra i migliori lavori dell'anno. “Rita Hayworth”, “Bitter taste”, “U Don't Have To Kiss Me Like That” e “Baby Put Your Clothes Back On” ci restituiscono un rocker che a 66 anni ha la stessa energia dei suoi grandi successi degli anni '80, con una voce ancora più roca e convincente.
Consigliato a chi ama: Iggy Pop, Def Leppard, Inxs
Chvurches - “Screen violence”
L'elegante pop/dance del gruppo scozzese, con evidenti influenze risalenti agli anni '80, evolve in atmosfere più mature e velatamente dark, che hanno il loro culmine in “How not to drown”. Il duetto tra Lauren Mayberry e il suo idolo Robert Smith dei Cure può certamente ambire al podio tra i migliori singoli dell'anno e rappresenta il fattore motivante per ascoltare un album che tuttavia non manca di riservare altre piacevoli sorprese.
Consigliato a chi ama: Ting Tings, Empire of the Sun, Capital Cities
Coldplay - “Music of the spheres”
Ogni nuovo lavoro di Chris Martin entra di diritto tra i must dell'anno e anche questo non fa eccezione, anche se per alcuni critici la scelta del duetto coi BTS in “My Universe” disvelerebbe una sorta di “crisi di mezza età”. In effetti si tratta di una mossa sorprendente anche per chi non ha mai avuto paura di superare certi steccati (in "Let Somebody Go" c'è anche Selena Gomez... e perchè no?). “Music of the spheres” è una sorta di concept-album basato sui viaggi spaziali che rimanda più al passato che al futuro e che ha nel singolo “Higher power” il momento di gran lunga migliore. Il trascinante ottimismo tipico della storia della band si fonde con tappeti sonori di grande eleganza.
Consigliato a chi ama: Simple Minds, Radiohead, Blur
Duran Duran - “Future past”
Un altro grande ritorno dal passato, come evocato anche nel titolo, che fin dalla prima traccia “Invisible” rimanda al funky degli anni migliori della band. Accanto alla storica line-up ci sono ospiti come Mike Garson (già pianista di David Bowie), Tove Lo, la rapper Ivorian Doll, il quartetto giapponese femminile delle Chai e il chitarrista dei Blur, Graham Coxon. Notevoli anche i nomi scelti per la produzione: Mark Ronson, Giorgio Moroder e Erol Alkan.
Consigliato a chi ama: David Bowie, Roxy Music, Blur
Billie Eilish - “Happier than ever”
A due anni di distanza dal travolgente successo del disco d'esordio, “When We All Fall Asleep, Where Do We Go?”, il secondo album della 19enne già si snoda intorno agli effetti collaterali del successo precoce. Un successo peraltro meritato, sia dalla splendida voce di Billie, sia dalla sapiente produzione del fratello Finneas, che della premiata ditta familiare merita di essere considerato socio al 50%, se non addirittura di maggioranza.
Consigliato a chi ama: Halsey, Lorde, Lana Del Rey
Elbow - “Flying Dream 1”
Nel 2019 “Giants of all sizes” esprimeva la rabbia accumulata dal leader Guy Garvey per la morte del padre e, sul piano sociale, per la Brexit. Nel 2020 “Elbowrooms” li inseriva, seppure con la solita classe, nel filone delle registrazioni casalinghe durante il lockdown. Con questo nuovo album la band di Manchester torna a uno stile più classico, quello che le ha consentito di affermarsi sia tra il grande pubblico che tra gli addetti ai lavori, con particolare riguardo ai tanti colleghi illustri che li citano tra i loro gruppi preferiti.
Consigliato a chi ama: Peter Gabriel, REM, Nick Cave
Foo Fighters - “Medicine at midnight”
Il decimo album della band di Dave Grohl è anche il più solare. Le sue sonorità ispirate al pop e alla dance non tradiscono nulla dell'animo rockettaro di chi segue da tempo i Foo Fighters, ma chiaramente denunciano la tempistica di un lavoro completato prima della pandemia e posticipato nella pubblicazione in attesa di tempi migliori. Dichiaratamente ispirato a un capolavoro come “Let's dance” di David Bowie, non tradisce le attese.
Consigliato a chi ama: Nirvana, David Bowie, Biffy Clyro
Dave Gahan and Soulsavers - “Imposter”
Non è facile essere un'icona degli anni '80, tuttora attivo con i leggendari Depeche Mode, e nel contempo condurre una carriera solista più che discreta. Dave Gahan invece ci riesce benissimo, come dimostra questo suo terzo album con i Soulsavers. Questa volta la scelta è caduta su una serie di cover di brani del soul e del rock. Anticipato dal singolo “Metal Heart” (incisa nel 1998 da Cat Power), l'album contiene diversi classici tra cui “Always on my mind” (Gwen McCrae, ma poi anche Elvis) e “A man needs a maid” (Neil Young).
Consigliato a chi ama: Depeche Mode e tutti gli artisti omaggiati nella tracklist
Glasvegas - “Godspeed”
La band scozzese ha impiegato sette anni per realizzare il seguito dell'ultimo album “Later… When the TV Turns to Static” (uscito nel 2013) e poi la pandemia ha comportato un altro anno di attesa prima di darlo in pasto ai suoi fans. A ripagare otto anni di attesa, il quarto album dei Glasvegas è una sorta di concept su una serie di avvenimenti che si susseguono in una stessa notte, raccontati nella miglior tradizione del rock e del post-punk.
Consigliato a chi ama: The Clash, Editors, Manic Street Preachers
Kanye West - “Donda”
Un vero e proprio parto. E' stato più volte rimandato, fino ad uscire con ben 27 canzoni, per un totale di un'ora e 48 minuti di sentito omaggio a Donda West, madre del cantante scomparsa da alcuni anni. E' difficile dare un'impressione univoca su un album così variegato, con una lista lunghissima di ospiti (tra cui Vory, DaBaby, Marilyn Manson, Travis Scott, Jay Z e The Weeknd) e anche di sample (da "Doo Wop" di Lauren Hill a “Jenny from the block” di Jennifer Lopez). Il modo migliore per descriverlo è garantire che piacerà sia agli amanti dell'hip hop che del rock, per come spazia con grande maestria da un mondo all'altro.
Consigliato a chi ama: Jay Z, Kendrick Lamar, Drake