Spettacoli

Ricordando Sharif. Ti continueremo a sognare caro Omar

Credo che molte di noi donne (e - aimè - anche uomini) si siano innamorate del profondo fiammeggiante buio degli occhi di Omar Sharif.

Una fiamma che abitava altre terre ed infatti "sgelò" l'infinito spazio di neve bianca che il Dottor Zivago aveva dentro e intorno a sè, quando incontrò Lara. 
Un buio che invita nel suo precipizio, proprio come le porte del cielo sono anche l'invito al salto nel vuoto del Mistero, dove il divino e l'amore stanno in armonia.

E in quel buio Omar Sharif è ritornato, mi piace immaginarlo come in Laurence d'Arabia, su un cammello, in lontananza, che scompare e riappare tra le dune del deserto, sino a confondersi e diventare miraggio.
Oppure seduto ad un tavolo da gioco con buone carte nella mano, alza lo sguardo ancora febbricitante
di passione nonostante gli anni, lo riabbassa e mette tutto sul tavolo, sbancandolo.
S'alza leggero, pochi passi e la stanza è vuota. Il piatto piange.
Noi vecchie ragazze d'oggi lo vogliamo ricordare come è stato e com'era in quella vecchia bottega
col giovane ragazzo, intento ad insegnare una delle arti della vita: il saper perdere.
E un buon giocatore, quale lui era, sa anche bleffare, ma sa bene anche quando è finita la partita.
Rien ne va plus, caro Omar.
Ti continueremo a sognare.

Patrizia Gioia