Esteri

Brasile, il Senato accusa il comportamento negazionista di Jair Bolsonaro

di Daniele Rosa

Il Senato del Brasile ha finalmente deciso di investigare la gestione della pandemia del presidente. Il paese è nel caos con oltre 3000 decessi al giorno

Il Senato del Brasile ha finalmente deciso di investigare la gestione della pandemia da parte del Presidente Jair Bolsonaro.

Di fronte ad una media di oltre 3000 decessi al giorno per Covid-19 nell’ultima settimana nessuno ha più potuto negare l’evidenza che il virus non accenna a fermarsi.

Secondo i dati del Ministero della Salute e soprattutto secondo l’opinione degli esperti sanitari la pandemia continua ad accelerare nel Paese favorita dall’atteggiamento negazionista del presidente Bolsonaro.

Fin dall’inizio, infatti, il discusso presidente brasiliano si è mosso seguendo le orme dell’ex presidente Donald Trump. Ha continuato di fatto a negare la gravità della situazione e a contrastare  le misure di distanziamento sociale. Ma, a differenza di quanto fatto da Trump, che ha inondato le farmaceutiche di soldi per la ricerca di vaccini, Bolsonaro ha soltanto deciso che il Coronavirus era da ignorare.

La decisione parlamentare, pesante e significativa, non è stata semplice. Inizialmente, il presidente del Senato, Rodrigo Pacheco, aveva respinto la richiesta di oltre il 30% dei senatori a favore dell'apertura delle indagini. Ma, di fronte all’aggravarsi della situazione è intervenuto Luis Roberto Barroso, magistrato della Corte Suprema Federale che ha fatto aprire le indagini su Bolsonaro.

Una decisione che ha fatto andare su tutte le furie il presidente ma che rappresenta un primo importante passo per decidere se è o meno responsabile di tutti gli errori fatti nella gestione della pandemia.

Sotto la sua direzione infatti non solo si è deciso di ignorare la “social distancing” ma i governatori e i sindaci sotto il suo diktat sono andati in controtendenza alle raccomandazioni della comunità scientifica e hanno allentato tutte le misure di sicurezza lasciando spazi immensi alla diffusione del Covid-19.

Nonostante questa situazione lo Stato di San Paolo, il più ricco e popoloso del paese (46 milioni di abitanti), ha deciso la riapertura delle scuole annunciando un improbabile rallentamento dei casi, nonostante in tutto lo stato le terapie intensive siano ancora occupate all’87%.

Le pressioni del Governo sono forti ma il sindacato degli insegnanti sta opponendo una forte resistenza, anche perchè il tasso di vaccinazione, è ancora lento. Sono già state somministrate poco più di 20 milioni di prime dosi del vaccino, a poco più del 10% della popolazione. Tuttavia, il Ministero della Salute ha confermato che 1,5 milioni di persone che hanno ricevuto la prima iniezione non sono poi ancora tornate per la seconda. Si stanno studiando strategie per trovare queste persone. "La raccomandazione è che si rechino nei centri sanitari per completare il ciclo di vaccinazioni anche se è tardi, poiché altrimenti la protezione contro il virus sarà compromessa", ha detto il ministero.

Ma in questa confusione totale in cui si sta dibattendo il paese scarseggiano pure le dosi e di fronte al baratro il Senato ha deciso di provare a dare un nome e cognome al responsabile (almeno di parte) di tutta questa drammatica situazione che peggiora di giorno in giorno. E il nome potrebbe essere quello del presidente Bolsonaro.