Attentati a Bruxelles, e ora stop alla solita retorica
ATTACCO A BRUXELLES - L'editoriale di Alberto Maggi
Attentati a Bruxelles. Questa volta hanno colpito il cuore dell'Europa. Stavolta non ci sono più alibi. Siamo in guerra. Una guerra diversa da quelle viste finora o da quella fredda che per decenni è stata combattuta da Usa e Urss. Forse, mentre ancora si conta il numero delle vittime, sarebbe il caso di reagire con prontezza. Con tutto il rispetto per i morti, non servono i fiori, le dichiarazioni retoriche di solidarietà e le marce mano nella mano dei leader Ue come quella a Parigi dopo gli attacchi a Charlie Hebdo.
Coordinamento delle polizie e delle intelligence europee e mondiali, serio screening degli immigrati che arrivano in Europa senza documenti, azione diretta e senza dubbi sui covi dell'Isis in Libia, Siria e Iraq. Non è più il tempo delle parole, è arrivato il momento dei fatti. Via subito le inutili e dannose sanzioni contro la Russia. Qualunque sia il nostro giudizio su Vladimir Putin, il Cremlino è un alleato nella lotta al terrorismo islamico.
Non solo, stop a qualunque tipo di collaborazione con quei paesi che non combattono seriamente l'Isis, e purtroppo alcuni di loro sono alleati degli Stati Uniti o addirittura vorrebbero entrare nell'Ue (basti pensare che la Turchia di Erdogan bombarda i curdi che sono in prima fila nella lotta contro il Califfato). Insomma, guardiamo bene le immagini e i video di quello che è accaduto e non rispondiamo solo con la solita, seppur doverosa ma inutile, retorica.