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Chi è Merz, il leader della Cdu favorito nella sfida in Germania con Scholz
Il governo di Olaf Scholz è caduto: alle prossime elezioni se la vedrà con Friederich Merz, leader della Cdu in testa ai sondaggi. Ma quello delle prossime urne si annuncia un rebus altamente complicato
Chi è Merz, il leader della Cdu favorito nella sfida in Germania con Scholz
Il governo di Olaf Scholz è caduto, e come previsto il cancelliere è riuscito nell’obiettivo di non incassare la fiducia per poter raggiungere la condizione minima per chiedere le elezioni anticipate. Scampata, con l’astensione dei Verdi, la possibilità di una “trappola” di Afd per prolungare il governo il capo dell’esecutivo di Berlino se la dovrà vedere col favorito, Friedrich Merz, deputato dell’Unione Cristiano-Democratica (Cdu) che guida dal 2022.
Merz, prossimo ai 70 anni, è un ex di molte cose. Ex rivale di Angela Merkel nel partito centrista e popolare protagonista della politica tedesca prima dell’ascesa della Cancelliera a figura-guida della Cdu e del Paese. Ex finanziere, quando ha deciso di essere un ex politico si è buttato negli affari diventando anche presidente del comitato di controllo di BlackRock in Germania. Ex candidato sconfitto per la leadership della Cdu, nel 2021 ha visto la sua grande fortuna nella debacle del vincitore per la successione a Frau Angela, Amin Laschet, che ha perso contro Scholz le elezioni che hanno posto fine a sedici anni di potere cristiano-democratico.
Da allora in avanti dire Cdu vuol dire parlare di Merz. Nella Cdu, appartiene all’ala più conservatrice, quella che vorrebbe spingere sul ritorno del rigore fiscale e contabile e su un consolidamento dell’agenda di tagli di bilancio che l’ex ministro delle Finanze Christian Lindner, leader dei Liberali del Fdp, ha avviato prima di esser silurato da Scholz a novembre, mossa che ha aperto la crisi. Meno spesa dello Stato, specie per il welfare, più mercato, più finanza e meno tasse sono la ricetta che Merz ha in mente per un Paese tradizionalmente legato all’idea dell’economia sociale di mercato plasmata proprio dalla Cdu nel secondo dopoguerra, a uno Stato-regolatore capace di fissare i parametri sociali dell’economia capitalistica.
L'agenda di Merz per sfidare Afd e i socialdemocratici
Di fronte al crollo dell’industria tedesca, alle chiusure di Volkswagen, al rallentamento dell’export per Merz il problema sono i troppi diritti garantiti dalla sinistra, che pure ha liberalizzato a fine Anni Novanta il mercato del lavoro, i vincoli europei come l’agenda green, plasmata però a Bruxelles dalla sua compagna di partito Ursula von der Leyen, e en passant le “cicale” europee, spendaccione e indebitate.
L’agenda di Merz, la cui Cdu guida col 31% medio nei sondaggi, dodici punti sopra Afd e quattordici sopra la Spd, mira a portare il partito entro febbraio a crescere ulteriormente in polemica con i socialdemocratici e sfidando con la logica del voto utile l’ultradestra, sfidando Afd sul tema dell’immigrazione e proponendosi come attrattore dei voti moderati usciti verso i sovranisti. Una scommessa che non mancherà di suscitare polemiche, dato che la Cdu è storicamente un partito interclassista e trasversale, moderato su varie categorie di elettorato. Il centro sarà perno anche in futuro? Merz vorrebbe governare coi liberali, che però nei sondaggi pesano meno del 5% necessario a superare la soglia di sbarramento. Il rischio che alla fine torni la necessità di ricostituire una coalizione con l’oggi vituperata Spd è tutto fuorché svanito per il centrista più a destra della politica tedesca.