Esteri

Coronavirus, Corea del Sud: stop a ritrovi religiosi, nuove restrizioni

Dopo i forti aumenti dei contagi degli ultimi giorni, nuove restrizioni anti Covid in Sud Corea

La Corea del Sud innalza le misure di distanziamento sociale e Seul vieta i ritrovi religiosi in presenza di seguaci dopo i forti aumenti dei contagi degli ultimi giorni, a causa della diffusione del Covid-19 tra i membri di una congregazione religiosa.    

Nella giornata di oggi i contagi sono risaliti sopra quota duecento (246, tutti a parte undici sviluppatisi localmente) e per il quinto giorno a consecutivo a tre cifre. Le autorità sanitarie locali hanno deciso di innalzare al livello 2 le misure di distanziamento sociale nelle aree di Seul e della provincia limitrofa di Gyeonggi, dove si è verificata la maggiore parte degli ultimi contagi, oltreché a Incheon, a ovest della capitale. 

Corea del Sud, nuove restrizioni anti Covid

L’introduzione di nuove restrizioni rappresenta “l’ultimo disperato tentativo per difenderci contro il virus”, ha dichiarato il primo ministro, Chung Sye-kyun.  Le nuove misure prevedono limiti di cento persone per gli assembramenti all’aperto e di cinquanta per quelli al chiuso. Gli eventi sportivi sono ammessi, ma senza pubblico, mentre karaoke, club, caffetterie e buffet rimarranno chiusi.     

La Corea del Sud teme il ritorno dell’epidemia “su larga scala” e cerca di contenere il focolaio sviluppato dal culto religioso Sarang Jeil. Le infezioni collegate a questa congregazione sono arrivate a quota 457, la maggiore parte delle quali si è registrata proprio nella capitale (282) e a Gyeonggi (119). Finora, hanno confermato le autorità sanitarie citate dall’agenzia Yonhap, è stato condotto il test su circa 2.800 seguaci, ma mancano ancora all’appello circa ottocento persone. Dall’inizio dell’epidemia sono 15.761 i casi di contagio nel Paese asiatico, a lungo indicato come modello per il contenimento del Covid-19, mentre i decessi sono 306, uno in più di ieri.