Esteri
Draghi non fa breccia, Xi non scorda golden power e retromarce post Conte I
Il premier sperava di ottenere il via libera sul G20 sull'Afghanistan, ma nella ricostruzione cinese del colloquio ci si concentra su ben altro...
Da una parte della cornetta si pronunciava la parola "Afghanistan". Ma dall'altra si rispondeva con "Belt and Road". La telefonata tra Mario Draghi e Xi Jinping c'è stata. Ma prima ancora del contenuto del loro colloquio, parso dai resoconti almeno a tratti "senza fili", conta quello che c'è stato prima. Vale a dire circa tre settimane di attesa, durante le quali Palazzo Chigi ha spinto per avere un colloquio con il presidente cinese, che da par suo ha costretto a una piuttosto lunga anticamera il capo del governo italiano. Per avere l'opportunità di dialogare, il governo Draghi si è mosso su più fronti.
Su quello diplomatico, il ministro degli Esteri Luigi Di Maio ha avuto un colloquio con l'omologo Wang Yi. Sembrava che il passaggio al livello superiore potesse essere a quel punto pressoché subitaneo, e invece c'è stata prima anche l'inattesa visita di Matteo Salvini presso l'ambasciata cinese a Roma. Con tanto di classica foto con l'ambasciatore Li Junhua. Sì, proprio lui, quello che negli ultimi due anni aveva assunto una posizione anti cinese in tutto e per tutto, come e più di quella di Donald Trump. Secondo quanto ha riferito la Lega, si è trattato "dell'ennesimo colloquio" organizzato da Salvini per discutere della crisi in Afghanistan. "Si è discusso inoltre della collaborazione tra Roma e Pechino, della partecipazione della Cina al G20 e della telefonata tra il presidente del Consiglio Italiano e il presidente cinese", concludeva la nota.
Ma torniamo alla telefonata Draghi-Xi. Evidente che l'obiettivo principale dell'Italia fosse quello di coinvolgere la Cina nell'organizzazione del G20 speciale sull'Afghanistan. Un obiettivo, però, riuscito solo a metà. Perché nelle descrizioni ufficiali del colloquio non v'è traccia di questo via libera condizionato. In sostanza, Xi vuole prima leggere un testo da condividere con gli altri convenuti al consesso del G20 prima di dare l'ok. Obiettivo: capire il ruolo che i paesi occidentali pensano di dare alla Cina sulla gestione della crisi. La cautela cinese è dovuta anche al fatto che l'Italia debba passare per una sorta di "placet" americano all'allargamento delle discussioni sulla sorte dell'Afghanistan. Non a caso arriva la stilettata sulla promozione di un "autentico multilateralismo" necessaria da parte di Cina e Italia. Proprio nelle diverse ricostruzioni della telefonata che si rintracciano le differenti priorità tra Italia e Cina.
E allora vediamole nel dettaglio queste due ricostruzioni.
ll comunicato della presidenza del consiglio italiana: "Il Presidente del Consiglio, Mario Draghi, ha avuto questa mattina una conversazione telefonica con il Presidente della Repubblica Popolare Cinese, Xi Jinping. La discussione si è concentrata principalmente sugli ultimi sviluppi della crisi afghana e sui possibili fori di cooperazione internazionale per farvi fronte, ivi compreso il G20. Il Presidente Draghi e il Presidente Xi hanno discusso anche della collaborazione tra i due Paesi sia in vista del Summit di Roma, sia sul piano bilaterale". La ricostruzione offerta da Xinhua è invece ben più lunga, e di Afghanistan si parla solo alla fine. "Il presidente cinese Xi Jinping ha detto che la Cina e l'Italia dovrebbero assicurare congiuntamente il successo dell'Anno della Cultura e del Turismo Cina-Italia previsto per il 2022, e prendere l'evento come un'opportunità per rafforzare la cooperazione bilaterale negli sport invernali e nelle industrie correlate. In una conversazione telefonica con il primo ministro italiano Mario Draghi, Xi ha detto che le due parti dovrebbero sostenersi a vicenda con particolare fermezza per ospitare con successo le Olimpiadi invernali di Pechino e i Giochi invernali di Milano-Cortina nel 2026. Xi ha detto che le relazioni Cina-Italia godono di un profondo fondamento storico, aggiungendo che i due paesi godono di una cooperazione reciprocamente vantaggiosa, apprezzano la cultura dell'altro e si aiutano a vicenda nei momenti di difficoltà. La Cina è pronta a lavorare insieme alla parte italiana per mantenere la direzione corretta dello sviluppo del partenariato strategico globale Cina-Italia nella nuova era, rispettarsi reciprocamente con fermezza, salvaguardare l'amicizia Cina-Italia, approfondire la cooperazione reciprocamente vantaggiosa e dare un esempio di sviluppo delle relazioni tra paesi di sistemi e culture diverse, ha detto Xi. Le due parti dovrebbero promuovere la cooperazione in vari campi per andare più a fondo e più solida sotto la guida della costruzione congiunta della Belt and Road, ha detto Xi, esprimendo la speranza che la parte italiana possa svolgere un ruolo attivo nel promuovere lo sviluppo sano e costante delle relazioni Cina-Europa. Xi ha sottolineato che la Cina apprezza gli sforzi dell'Italia per promuovere la cooperazione nella salute pubblica e nell'economia globale da quando Roma ha assunto la presidenza di turno del Gruppo dei 20 (G20). Attualmente, il mondo è in una fase critica nella lotta contro la pandemia di COVID-19 e nel ripristino dell'economia, ha detto Xi, aggiungendo che il G20, una delle principali piattaforme di cooperazione economica internazionale, dovrebbe attenersi al multilateralismo genuino, portare avanti lo spirito di unità e cooperazione, e raccogliere più consenso sulla lotta alla COVID-19, ripristinare l'economia mondiale e promuovere uno sviluppo inclusivo e sostenibile. Xi ha anche detto che il G20 dovrebbe guidare la governance globale nella giusta direzione, e unire le forze per affrontare le sfide comuni, aggiungendo che la parte cinese continuerà a sostenere l'Italia a svolgere pienamente il suo ruolo in questo senso e ad ospitare un vertice G20 di successo a Roma. E ancora: "Da parte sua, Draghi ha detto che le relazioni Italia-Cina hanno mantenuto un solido sviluppo, e l'Italia attribuisce grande importanza al partenariato strategico globale Italia-Cina. L'Italia spera di migliorare la cooperazione bilaterale con la Cina in vari campi e fare sforzi congiunti con la Cina per garantire il successo dell'Anno della Cultura e del Turismo Italia-Cina, ha detto. Draghi ha detto che l'Italia ringrazia il sostegno della Cina per la sua presidenza del G20 e apprezza gli sforzi e i contributi positivi della Cina per combattere il cambiamento climatico globale. L'Italia apprezza molto il ruolo importante della Cina nella questione dell'Afghanistan e spera di migliorare la comunicazione e la cooperazione con la Cina in ambito multilaterale, compreso il G20, ha aggiunto". Quanta differenza. E non si riconduce tutto solo ai diversi metodi di comunicazione, una prassi in queste occasioni per la risposta a diverse esigenze di messaggio verso l'interno e verso l'esterno. La sensazione è che, come già accaduto più o meno inconsapevolmente (per i nostri governi) in passato, la Cina utilizzi l'Italia per ribadire il proprio ruolo all'interno dell'architettura globale. Nella quale occupa una posizione da protagonista, come si deduce dall'ultima frase in cui Draghi avrebbe detto di apprezzare "molto il ruolo importante della Cina nella questione dell'Afghanistan". La questione afghana sembra dunque relegata al riconoscimento da parte italiana dell'ineluttabilità di confrontarsi con Pechino sulla vicenda di Kabul, senza però dare esplicito spazio a un'effettiva cooperazione bilaterale sulla gestione della crisi. La prima parte della ricostruzione, dedicata alle parole di Xi, hanno talvolta il tono di un'esortazione. Il presidente cinese "ha detto che la Cina e l'Italia dovrebbero assicurare congiuntamente il successo dell'Anno della Cultura e del Turismo Cina-Italia". O ancora ha auspicato che "le due parti dovrebbero promuovere la cooperazione in vari campi". Anno del Cultura e del Turismo 2022 (nonostante i confini restino ancora chiusi e tantissimi italiani attendono la possibilità di tornare in Cina dove studiavano o lavoravano), Olimpiadi Invernali di Pechino (e di Cortina 2026), partenariato strategico globale, Belt and Road: questi sono i temi che il governo cinese tiene ad affrontare. L'Italia, d'altronde, viene spesso utilizzata dai media cinesi per sottolineare che anche in occidente può esistere una predisposizione positiva verso l'operato e i progetti della Repubblica Popolare. Succede dall'adesione del governo Conte I alla Nuova Via della Seta. Una firma apposta da Di Maio, sì, ma che nonostante i successivi dinieghi e tentativi di ridimensionamento era voluta anche da una buona parte della Lega (chi segue Go East da tempo già lo sa). Episodio significativo, in tal senso, quello avvenuto lo scorso giugno in occasione del G7 di Cornovaglia, che aveva assunto forti toni anticinesi. In quei giorni era diventata virale una vignetta sul G7 che rappresentava i diversi invitati (compresi gli esterni come l'India e Taiwan) come degli animali. L'Italia era raffigurata come un lupo grigio, seduto di fianco all'aquila americana, che protende le mani con un senso a metà tra spavento e diniego, venendo dunque percepita come riluttante a seguire la crociata anti cinese lanciata dagli Stati Uniti di Joe Biden. D'altronde, ricordava appunto il tabloid di Stato Global Times, l'Italia è l'unico paese del G7 a essere entrato nella Belt and Road Initiative. Ne avevo scritto qui. I tempi di attesa, che tra l'altro avevano già disilluso Draghi sull'opportunità di tenere il G7 già a settembre, e la cautela di Xi dimostrata durante il colloquio sono motivati anche dalla situazione generale delle relazioni Italia-Cina. Significativa, a tal proposito, la chiusura della ricostruzione di Xinhua, in cui si scrive che l'Italia "spera di migliorare la comunicazione e la cooperazione con la Cina in ambito multilaterale". Come a dire che qualcosa negli scorsi mesi non avrebbe funzionato a dovere.
La Cina non ha dimenticato il golden power, esteso prima dal Conte bis e poi ulteriormente potenziato dall'attuale esecutivo. Senza contare tutte le retromarce post Conte I, con il rallentamento della cooperazione su telecomunicazione e porti. Senza contare la forte linea filoatlantista di Draghi, che negli scorsi mesi aveva detto di voler "esaminare a fondo" il memorandum sulla Via della Seta.