Esteri

Elezioni Croazia, presidenziali incertissime: a rischio anche il governo

Sfida tra il capo dello stato uscente, Kolinda Grabar-Kitarovic, considerata favorita, e il suo principale oppositore, l'ex premier Zoran Milanovic

Domenica 22 dicembre gli elettori croati saranno chiamati alle urne per eleggere il presidente, in quella che si presenta essenzialmente come una sfida tra il capo dello stato uscente, Kolinda Grabar-Kitarovic, considerata favorita, e il suo principale oppositore, l'ex premier Zoran Milanovic, con l'incognita rappresentata da un terzo candidato, il populista Miroslav Skoro. Il ballottaggio - nel caso in cui nessuno dei due candidati con maggiori consensi raggiungesse la maggioranza del 50% più uno, si svolgerebbe il prossimo 5 gennaio. I candidati in lizza per il prossimo mandato di cinque anni sono in totale 11 e la probabilità di arrivare al secondo turno è considerata alta, considerato che negli ultimi sondaggi i due candidati in testa hanno raccolto intorno al 26% (Grabar-Kitarovic) e il 25% (Milanovic) delle preferenze. A dare del filo da torcere alla favorita e al suo contendente è stato durante la campagna il musicista folk, populista ed anti-establishment Miroslav Skoro, per seguire il quale la presidente uscente, esponente del centro-destra - ora corre come Indipendente, ma fino al 2015 era nelle file dell'Hdz, l'Unione democratica croata, il partito fondato da nazionalisti dissidenti guidati da Franjo Tudjman - è stata accusata di condurre una campagna populista e più orientata a destra, che l'ha vista calcare tematiche nazionalistiche e promettere posti di lavoro pagati dieci volte quelli medi: "Abbiamo sottratto la Croazia alla sua apatia e al buio. La Croazia non è più in ginocchio ed è nuovamente nota in tutto il mondo per i suoi successi", ha dichiarato in un recente comizio. 

Il ruolo del presidente della repubblica è più che altro rappresentativo in Croazia, ma il prossimo mandato sarà caratterizzato da sfide importanti per il paese: il primo gennaio Zagabria assumerà - per la prima volta dopo l'ingresso nell'Ue nel 2013 - la presidenza di turno del Consiglio dell'Unione Europea. E a maggio ospiterà il summit Ue-Balcani occidentali, in un momento delicato per il processo di allargamento alla regione, che si è scontrato con il veto francese rispetto all'apertura dei negoziati di adesione per Albania e Macedonia del Nord. La CROAZIA inoltre - oggetto di critiche per il trattamento che la polizia di frontiera ha riservato a migliaia di migranti che attraversavano i confini lungo la rotta balcanica - si appresta ad entrare nel club dei paesi Schengen. Domani si vedrà se l'outsider Skoro riuscirà ad irrompere nella sfida a due tra Grabar-Kitarović e l'ex premier socialdemocratico scalzando uno di loro dalla vetta della classifica. Skoro ha fatto campagna contro il partito di cui era esponente, l'Hdz, e i socialdemocratici, le due principali forze politiche che hanno dominato il paese dall'indipendenza dalla Jugoslavia, proclamata nel 1991. Anni ed eventi che continuano ad influenzare il dibattito politico contemporaneo, come dimostra il fatto che lo stesso Skoro ha promesso di graziare Tomislav Mercep, condannato per crimini di guerra.