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Elezioni Usa 2024, hanno vinto Trump e Musk: il grande reset di cui il mondo (forse) non aveva bisogno. E se avessimo sorprese positive?
Se Trump ha superato tutti i limiti ed è arrivato alla Casa Bianca la responsabilità non è certo di chi lo ha votato ma, innanzitutto, di un partito repubblicano che ha perso completamente la bussola
Elezioni Usa 2024, hanno vinto Trump e Musk: il grande reset di cui il mondo (forse) non aveva bisogno. E se avessimo sorprese positive?
Se i dati che si stanno prefigurando saranno confermati, Trump ha vinto e con lui il rivoluzionario Elon Musk. Il mondo che predilige gli uomini forti, quelli che le regole comuni sono un optional, quelli per i quali l’Onu è un problema, quelli che i dazi sono il motore dell’economica, ecco tutti costoro oggi brindano alla vittoria di Trump.
Gli Stati Uniti sono l’ultimo dei maggiori baluardi democratici del mondo, sono una forte democrazia ma sempre più imperfetta perché un personaggio come Trump, pluricondannato e insurrezionalista, forse non avrebbe dovuto competere. Se Trump ha superato tutti i limiti ed è arrivato alla Casa Bianca la responsabilità non è certo di chi lo ha votato ma, innanzitutto, di un partito repubblicano che ha perso completamente la bussola confermandolo alla guida, poi di un partito democratico che si svegliato tardi e male con un candidato non all’altezza. Trump ha superato tutti quegli steccati che se vengono infranti, come è stato in questi mesi, allora significa che la democrazia perde parte della sua centralità e con essa il ruolo dei partiti in favore un super capo in chief.
Ora siamo talmente preparati al peggio che ogni volta che Trump farà dichiarazioni e provvedimenti in contrasto con i fiumi di parole folli di questi anni, rinnegando alcuni dei suoi indicibili propositi, ce ne rallegreremo. È certo però che Trump abbraccerà il protezionismo peronista invece del liberalismo, accentuerà i dazi rinnegando il reganismo che ha contraddistinto il glorioso partito repubblicano. In politica estera potrebbe dare una spallata definitiva all’Ucraina verso la Russia, in medio oriente starà alla finestra senza tentare di mantenere Israele stretto all’Occidente e alla legalità, con la Cina avvierà una serie di ritorsioni che nel medio periodo saranno deleterie per il commercio mondiale. E il partito democratico? Va rifondato totalmente, onore al merito al grandissimo Presidente Biden che in questi anni ha tenuto la barra al centro in un mondo infestato dalle guerre, ma candidare Harris (non all’altezza del ruolo) a pochi mesi dalle elezioni è stato un grave errore. Serviva un candidato di forti contenuti (che non era Harris) da proporre almeno diciotto mesi prima, invece lo staff di Biden ha resistito fino all’ultimo, facendo un errore clamoroso, nel mantenere la candidatura del vecchio democratico, per poi correre all’ultimo momento utile candidando la vacua Harris.
In sintesi, possiamo dire che in queste elezioni il ruolo dei partiti ne esce fortemente indebolito per aver candidato, per motivi opposti, due candidati impresentabili. E in queste situazioni è sempre l’uomo forte a vincere, quello che nei momenti di incertezza offre spalle larghe e soluzioni facili. Ora l’unico auspicio è che il grande reset che ha promesso Trump resti in gran parte sulla carta e che i quattro anni che abbiamo davanti ci riservino sorprese positive inaspettate aggrappandoci a un Musk che resta fra i più grandi innovatori del secolo.