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Evergrande, arrestato il numero uno della filiale delle auto elettriche

di Redazione Esteri

Il direttore esecutivo della società “Nev” è in stato di detenzione. I titoli sono stati sospesi questa mattina in attesa del rilascio di informazioni

Evergrande, arrestato il numero uno della filiale delle auto elettriche "Nev" per "aver commesso reati"

Evergrande New Energy Vehicle (Nev), la controllata delle auto elettriche del colosso immobiliare cinese Evergande in default da fine 2021, ha riferito "di aver appreso che il suo direttore esecutivo Liu Yongzhuo è in stato di detenzione" con le accuse di aver commesso crimini. Lo riferisce la società in una nota inviata alla Borsa di Hong Kong, dove i suoi titoli sono trattati e sono stati sospesi questa mattina in attesa del "rilascio di informazioni". Le negoziazioni delle azioni riprenderanno nella sessione pomeridiana, ha precisato la compagnia

Le azioni Evergrande Nev, tornate agli scambi alla Borsa di Hong Kong alle 13 locali (6 in Italia), cedono attualmente il 12,05%. La notizia della detenzione di Liu ha fatto seguito all'annuncio di settembre 2023 della capogruppo Evergrande secondo cui il suo presidente e fondatore Xu Jiayin era "soggetto a misure obbligatorie" da parte delle autorità cinesi per più violazioni di legge.

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"La società ha appreso che il suo direttore esecutivo, Liu Yongzhuo, è stato arrestato in conformità con la legge per il sospetto di crimini", ha dichiarato la controllata attiva nei veicoli elettrici, senza fornire dettagli sulle accuse. La compagnia, che sconta le difficoltà finanziarie della capogruppo, aveva detto a marzo 2023 che stava lottando per garantire la liquidità al servizio delle sue attività primarie.

Dopo un lungo ritardo, la compagnia ha iniziato nel 2022 la produzione del suo primo modello di veicolo elettrico, l'Hengchi 5. Le azioni Evergrande Nev sono state sospese per 15 mesi tra aprile 2022 e luglio 2023, a causa della mancata pubblicazione dei risultati finanziari da parte dell'azienda. Attualmente, ha un valore di mercato di circa 570 milioni di dollari, avendo perso quasi la metà della sua capitalizzazione di Borsa in cinque anni. Il gruppo di Shenzhen, schiacciato da debiti per circa 330 miliardi di dollari, è in una situazione sempre più critica: un tribunale di Hong Kong ha concesso a dicembre altro tempo, decidendo una nuova proproga a fine gennaio per mettere a punto un piano di ristrutturazione con il sostegno dei creditori e scongiurare la drammatica prospettiva della liquidazione.