Esteri

Francia, Macron a picco. Ecco perché il presidente non è più amato

Vincenzo Caccioppoli

Il presidente francese eletto a sorpresa com la sua formazione nata dal nulla, dopo solo 12 mesi mostra già di essere in crisi in patria. Alcuni sondaggi danno la sua popolarità' intorno al 40% ,mentre altro sondaggio danno la Le Pen, da poco rappacificatasi  con il vecchi padre in forte ascesa. Troppo austero, troppo pieno di se' troppo autoritario,troppo presuntuoso. Il primo atto di grande autoritarismo fu quello di affermare dopo le dimissione polemiche del capo di stato maggiore della difesa, Pierre de Villiees, " il capo sono io". Pochi giorni fa poi ecco il siluramento su due piedi dell ambasciatore in Ungheria, Eric Fournier, che - in pieno vertice europeo sui migranti - aveva diffuso una nota interna in cui tesseva le lodi della politica del governo ungherese di Viktor Orban. Insomma chi non la pensa come lui e' accompagnato poco gentilmente alla porta. Ma tutto questo autoritarismo non sembra piacere molto ai francesi, che si aspettavano un cambio di marcia che invece non si vede. E sono molti gli esperti in Francia che giustificano tutto l attivismo di Macron all estero proprio per coprire i suoi insuccessi in patria.E d altra parte la sfilza di categorie di scontenti e' davvero lunga. Pochi mesi fa erano stati i sindacati a protestare duramente contro la riforma del lavoro, simile a quella varata negli ultimi anni anche in Italia, Grecia e Spagna. Poi i pensionati, a cui il giovane presidente ha chiesto sacrifici per fare ripartire il mercato del lavoro. E ancora gli studenti, contro una riforma universitaria che vuole essere meritocratica ma è percepita come classista e elitaria. Poi i piloti di Airfrance, la cui crisi sembra improvvisamente aggravarsi. Per non parlare dei ferrovieri in agitazione per giorni e ancora in fermento, come i lavoratori del colosso Carrefour, per la sua politica di licenziamenti.E molto pensano che i prossimi saranno i funzionari pubblici pronto ad entrare in uno sciopero ad oltranza per protestare contro le prossime riforme del settore.


"Macron è salito al potere uccidendo una sinistra francese moribonda, e ora, al governo, sta facendo fuori anche la destra, sostituendosi a essa", dice Bruno Cautres, professore alla prestigiosa SciencePo di Parigi: "Un anno fa era a sinistra, sei mesi fa al centro, adesso ha virato a destra". E secondo alcuni va in questa direzione anche la possibile riforma della religione islamica, che Macron vorrebbe portare nel paese, come anticipa Le Monde. Dalle prime insicrezioni del giornale, infatti sembra che il presidente voglia creare un'associazione gestita da francesi musulmani incaricata di stipendiare e controllare  gli imam, di rinnovare  le moschee e gestire in prima persona la loro comunicazione. A finanziare questa realtà neutrale saranno i proventi che derivano da una tassa sugli alimenti halal e sui pellegrinaggi alla Mecca e dalla defiscalizzazione delle donazioni dei fedeli. Hakim El Karoui, è  l'autore di un importante rapporto sui musulmani fatto nel 2016 per l'Institut Montaigne. Attualmente le istituzioni musulmane francesi non funzionano tanto bene perchè sono in balia delle diverse comunità (algerini, marocchini, tunisini e turchi) tra loro rivali. Questo anche per frenare le paure che i fan Esi nutrono verso gli immigrati ( altro che politica dell integrazione e critiche verso il nostro ministro degli interni). Constatano che l'inversione radicale di tendenza politica e sociale dopo l'ascesa di Macron non c'è stata. È vero: è passato poco tempo, ma neppure una delle riforme annunciate al neo-presidente è stata attuata. Delusione e rabbia, mentre all'inquilino dell'Eliseo ormai tutti imputano una grandeur cartapesta. Insomma tutto questo iperattivismo internazionale e nervosismo verso chi come Salvini dimostra certo di non temere il suo autoritarismo, anzi, mostrano un Macron molto più debole e indeciso di quello che lui stesso vorrebbe far apparire all esterno.