Esteri

Guantanámo, l'Onu alza il velo sulle vergogne americane

di Antonio Amorosi

Per la prima volta un'osservatore Onu entra nel carcere di Guantanámo. Persone torturate senza cure, né processo

Gli effetti di torture protrattesi nel tempo si portano addosso per tutta la vita.

La tortura, ha detto l’osservatrice ONU, ha anche privato le famiglie delle vittime dell'11 settembre del diritto di conoscere e punire chi aveva ucciso i propri parenti. Autorizzando la tortura, gli Stati Uniti hanno fatto finire in discussioni legali le prove ottenute sotto costrizione, spegnendo di fatto i procedimenti.

"Le vittime del terrorismo hanno perso il diritto al rimedio definitivo per le violazioni dei loro cari colpiti l'11 settembre: un processo", ha affermato Fionnuala Ní Aoláina. "Ciò che è stato fatto all'indomani dell'11 settembre non è stato solo dannoso per gli uomini, ma è stato profondamente, profondamente dannoso per le famiglie stesse".

Tutto merito del Patriot Act che introduce gli status di combattente nemico e combattente illegale, consentendo agli Stati Uniti di arrestare sospetti senza limitazione o senza notizie di reato. Nel 2006, George Bush ha firmato anche il Military Commision Act, una legge che autorizza interrogatori duri dei tribunali militari, aprendo la strada alle torture e gli interrogatori segreti della CIA all’estero. La legge viene definita come una legalizzazione della tortura e rappresenta, secondo l’American Civil Liberties Union, uno dei peggiori abusi delle libertà civili nella storia degli Stati Uniti.