Esteri

Guerra Ucraina, Putin pronto all’incasso. A pagare sarà l’Occidente, in primis l’Europa

Su questa guerra devastante, Europa e Usa mostrano al loro interno non poche divisioni e stanno oramai sulla difensiva in attesa del nuovo inquilino alla Casa Bianca

Di Massimo Falcioni

Guerra Ucraina, Putin pronto all’incasso. A pagare sarà l’Occidente, in primis l’Europa

Poche ore prima di fine anno, a mezzanotte del 28 dicembre, è entrato in vigore il decreto legge italiano che proroga, fino al 31 dicembre 2025, l’autorizzazione alla cessione di mezzi, materiali ed equipaggiamenti militari all’Ucraina. Si tratta, principalmente, di proiettili, missili per l’antiaerea, artiglieria e ricambi del materiale fornito in precedenza. Gli altri paesi europei, chi più chi meno, hanno fatto e fanno altrettanto. Idem gli Usa.

Di fatto si rispettano gli impegni già presi anche se è evidente che, prossimi ai tre anni di guerra, l’aria che tira è sempre più a favore degli invasori russi con Kiev sulla difensiva, anche rallentando i lanci di razzi contro la Russia per l’esaurimento dei missili Atacms.

Tuttavia, lunedì 30 dicembre, dagli Usa ci sarà l’annuncio dell’invio di altri 1,2 miliardi di dollari in aiuti militari, passando così i 255 miliardi di euro dal febbraio 2022. Su questa guerra devastante, Europa e Usa mostrano al loro interno non poche divisioni e stanno oramai sulla difensiva in attesa del nuovo inquilino alla Casa Bianca.

Trump presterà giuramento come 47° presidente degli Stati Uniti al Campidoglio di Washington il 20 gennaio 2025 anche se ripete ai Paesi Nati che “La spesa militare va portata al 5%”, un modo per battere cassa nella logica: “Pagare moneta, vedere cammello”. Detto in altre parole, il cosiddetto “Piano della vittoria” presentato oltre due mesi fa con enfasi da Zelensky e accolto con sicumera dai vertici di Bruxelles, è già chiuso a chiave in un cassetto, dimenticato da tutti. Poche ore fa i servizi segreti russi hanno annunciato “di avere sventato un complotto ucraino contro un alto ufficiale”. Non è questa, dei complotti, la strada per fermare Putin così come non lo fu per far saltare Hitler. Oggi, l’obbiettivo dichiarato di Kiev è quello non più di un successo militare, che preveda la riconquista dei territori occupati da Mosca a partire dal 2014, dalla Crimea al Donbass, ma la fine del conflitto secondo uno slogan ripetuto più volte anche negli scorsi mesi, quello della “pace giusta”.

Anche per gli alleati europei, al di là delle dichiarazioni di rito sul sostegno all’Ucraina, l’attenzione è passata da quello che era l’obbiettivo comune, la sconfitta della Russia, alla ricerca di una “exit strategy” da coordinare con il nuovo presidente degli Stati Uniti. Quando si dice che Zelensky sta preparando il campo per il negoziato, si dice una balla. Perché? Perché l’autorevolezza di Zelensky è crollata e non può più fare nulla. Altri, oltre Oceano, stanno oggi tirando i fili per cercare di chiudere la partita, non consentendo a Putin di incassare in toto i frutti di questa sua invasione, pensata come tappa di un percorso ben più vasto, a ovest.

L’obiettivo di Putin e del “suo cardinale” Cirillo I patriarca di Mosca e di tutte le Russie e capo della Chiesa ortodossa russa è stato più volte annunciato: tornare ai confini del dopo seconda guerra mondiale, con la Russia (all’epoca Urss) fino a Berlino e, perché no?, dopodomani fino a Roma, nel cuore della Basilica di San Pietro. In questo quadro, come finirà il conflitto in Ucraina non sarà di poco conto. Certo che la guerra deve finire. E subito. Sapendo che le parole di Putin: “Vogliamo chiudere la guerra, non solo congelarla” nascondono la verità: le ostilità cesseranno solo alle condizioni della Russia. Se davvero l’Ucraina sarà costretta a un compromesso con il massimo ribasso, perdendo anche la faccia, a pagarne le conseguenze, su tutti i fronti, sarà tutto l’Occidente. Europa in testa.