Esteri

Guerra, i super missili americani concessi da Biden non salveranno l'Ucraina da Putin

di Matteo Castagna

Per alcuni, l'autorizzazione Usa in merito ai nuovi razzi non sarà in grado di cambiare le sorti del conflitto

Guerra, missili ATAMCS all'Ucraina: "Troppo poco e troppo tardi"

Sul fronte militare, l’uso di missili statunitensi e forse anche di quelli britannici e francesi, darà a Kiev più spazio di manovra, ora che il Presidente Joe Biden ha autorizzato l'utilizzo degli Atamcs (Army Tactical Missile System) a lungo raggio, per colpire in profondità, nel territorio russo. Tali sistemi hanno una gittata fino a 300 km ed è probabile che vengano utilizzati per colpire la regione russa di Kursk, dove le truppe ucraine hanno conquistato porzioni di territorio russo, durante l’estate.

A due mesi dall'insediamento del Presidente eletto Donald Trump, che vorrebbe il cessate il fuoco entro il 2025, attraverso una soluzione diplomatica con la Federazione Russa, Biden fa ciò che appare un gran dispetto all'avversario, avviando, ora che ha perso le elezioni, quell' escalation che fino alle elezioni aveva sempre negato. Ma Putin potrebbe rispondere con attacchi ben più potenti, come ha già ordinato nella notte tra sabato e domenica scorsa, lasciando l'Ucraina senza elettricità.

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L’esercito ucraino è alle strette, sia nella regione russa di Kursk, che vuole tenere come merce di scambio, in caso di negoziati, sia nell’Ucraina orientale. Le truppe russe controllano oltre un quinto dell’intero territorio ucraino, forse più.

Ciononostante, la decisione statunitense è stata accolta con favore a Kiev, anche se i vertici ucraini non hanno nascosto la loro frustrazione per il fatto che, se fosse arrivata prima, avrebbe potuto avere implicazioni militari e territoriali più profonde. L'impressione, invece, è che le implicazioni siano state e continuino ad essere sempre di interesse politico.

Il presidente ucraino Zelensky parlerà in videoconferenza al Parlamento europeo a Bruxelles in occasione dei mille giorni dall’inizio della guerra. Si prevede che chiederà la fornitura di armi per consentire al suo paese di negoziare la fine della guerra con il Cremlino da una posizione di forza. L’arrivo, martedì 12 novembre, a Bruxelles di Antony Blinken, attuale capo della diplomazia americana, riflette chiaramente l’urgenza della situazione: l’amministrazione Biden e gli europei hanno due mesi di tempo per rafforzare l’Ucraina, in modo decisivo.

Eleonora Tafuro Ambrosetti, dell'Osservatorio Russia, Caucaso e Asia Centrale dell'ISPI ha commentato: “Gli esperti militari discutono sull’impatto reale che la decisione di Biden avrà sulla capacità di Kiev di resistere e prevenire l’aggressione russa. Per alcuni, infatti, l’autorizzazione americana potrebbe essere “troppo poco, troppo tardi” e non sarà in grado di cambiare le sorti del conflitto.

Quello che è evidente, però, è che Biden ha voluto rafforzare l’eredità politica della sua amministrazione a sostegno di Kiev e lanciare un segnale politico all’Europa, prima dell’incontro dei ministri degli esteri tenutosi oggi a Bruxelles: per quanto prudente e, dal punto di vista ucraino, troppo lento, il sostegno occidentale sta gradualmente superando tutte le linee rosse tracciate dal Cremlino. Resta da vedere se Trump rafforzerà o indebolirà questo messaggio”.