Esteri

Israele bombarda il Libano, oltre 270 morti. Centinaia di famiglie in fuga dal Sud del Paese

di Redazione

Il premier libanese: "L'aggressione di Israele è una guerra di sterminio"

Israele bombarda il Libano

Non si placa la sete di sangue in Medio Oriente. Un nuovo attacco di Israele nel Sud del Libano avrebbe provocato oltre 270 morti, secondo i dati diffusi da Beirut.

Centinaia di famiglie nel Libano meridionale stanno fuggendo dai bombardamenti israeliani. Lo affermano un funzionario locale e i giornalisti dell'AFP. Immagini pubblicate sui media internazionali mostrano lunghe file di auto sulle strade. 

Hezbollah ha annunciato il bombardamento di tre obiettivi nel nord di Israele "in risposta" agli attacchi intensivi lanciati dall'esercito dello Stato ebraico. L’offensiva degli israeliani arriva a pochi giorni dalle esplosioni di decine di cerca-persone e walkie talkie che hanno provocato diverse vittime tra gli alti dirigenti del gruppo para-militare libanese Hezbollah.

Da questa mattina, i caccia israeliani hanno colpito piu' di 300 obiettivi di Hezbollah in Libano. Lo hanno riferito le forze armate israeliane, diffondendo una foto del capo di Stato maggiore, Herzi Halevi, che approva l'ondata di attacchi aerei dalla sala di comando sotterranea dell'esercito presso il quartier generale dell'Idf a Tel Aviv.

"Non aspettiamo la minaccia, la preveniamo, e continueremo a farlo. Ho promesso che avremmo cambiato l'equilibrio della sicurezza nel nord, ed è esattamente ciò che stiamo facendo". Lo ha detto il premier israeliano Benyamin Netanyahu, sugli sviluppi al confine con il Libano, in un video dal bunker del quartier generale della Difesa a Tel Aviv ripreso dai media locali. "Non toglieremo il piede dall'acceleratore", ha aggiunto, affermando che Israele sta eliminando alti esponenti di Hezbollah e distruggendo i loro depositi di missili.

Un funzionario militare israeliano ha affermato che Israele si sta concentrando sulle operazioni aeree e non ha piani immediati per un'operazione via terra. Lo riporta Haaretz. Il funzionario ha affermato che gli attacchi mirano a limitare la capacità di Hezbollah di lanciare ulteriori attacchi contro Israele. 

L'aggressione israeliana contro il Libano è una guerra di sterminio e un piano volto a distruggere i villaggi e le città libanesi, ha dichiarato il premier libanese Najib Mikati, secondo quanto riportato dal sito online del quotidiano libanese An-Nahar. Mikati ha esortato "le Nazioni Unite e l'Assemblea Generale e i Paesi influenti... a scoraggiare l'aggressione (israeliana)".

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M.O.: Pentagono, Usa inviano altre truppe in regione

Gli stati Uniti invieranno ulteriori truppe in Medio Oriente dopo l'escalation di violenza tra Israele ed Hezbollah in Libano che fa temere lo scoppio di una piu' grande guerra regionale. Lo ha annunciato il Pentagono.

L'obiettivo del raid israeliano sulla periferia sud di Beirut era Ali Karaki, comandante del fronte meridionale di Hezbollah e numero 3 dell'organizzazione. Lo riferisce Haaretz. 

Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan e' giunto ieri a New York, dove chiedera' all'Assemblea Generale delle Nazioni Unite di intervenire per porre fine al conflitto in Medio Oriente. Il leader turco ha parlato oggi dal Centro Culturale turco della metropoli americana, anticipando i contenuti temi del proprio intervento dinanzi i membri delle Nazioni Unite, un discorso con al centro la guerra a Gaza e il rischio di una escalation regionale. "Chiedero' alla comunita' internazionale di aumentare la pressione su Israele affinche' questo genocidio trovi una fine. Gli ultimi attacchi sferrati da Israele nei confronti del Libano, insieme alle ultime dichiarazioni provenienti dal governo dello Stato Ebraico mostrano chiaramente che la guerra si sta allargando all'intera regione", ha detto Erdogan.

Il leader turco ha parlato anche delle relazioni con gli Stati Uniti. Dopo aver dichiarato la propria soddisfazione "per il clima di cordialita' e di collaborazione", Erdogan ha confermato la linea della Turchia rispetto ai rapporti con gli Usa, attesi dall'appuntamento con le urne. "Chiunque prevalga nelle prossime elezioni per noi cambia poco. Il nostro dialogo con gli Stati Uniti proseguira' ai pu' alti livelli e il nostro approccio sara' sempre lo stesso", ha ribadito il preisdente turco, mantenendo una posizione neutrale tra il candidato repubblicano Donald Trump e la candidata democratica Kamala Harris. Il leader turco ha approfittato delle prime ore a New York per avere i primi incontri bilaterali. Il primo a incontrare Erdogan e' stato il presidente serbo Aleksander Vucic, seguito dal presidente albanese Edy Rama. Nelle prossime ore e' previsto un faccia a faccia con il Cancelliere tedesco Olaf Scholz.