Esteri
Kirghizistan, si dimette il presidente Jeenbekov. Emerge la figura di Japarov
Il presidente del Kirghizistan, Sooronbay Jeenbekov, si e' dimesso per "porre fine alla crisi" innescata dalle controverse elezioni parlamentari
Il presidente del Kirghizistan, Sooronbay Jeenbekov, si e' dimesso per "porre fine alla crisi" innescata dalle controverse elezioni parlamentari all'inizio di questo mese. Le proteste erano scoppiate dopo la vittoria dei partiti fedeli Jeenbekov alle elezioni del 4 ottobre, in mezzo pero' alla denunce di frode da parte degli oppositori. L'esito del voto e' stato poi annullato ma questo non ha placato le tensioni. "Non mi aggrappo al potere. Non voglio passare alla storia del Kirghizistan come presidente che ha permesso spargimenti di sangue e sparatorie contro sua gente. Ho preso la decisione di dimettermi", ha dichiarato Jeenbekov in una dichiarazione rilasciata dal suo ufficio.
Piu' di 1.200 persone sono rimaste ferite e una e' morta durante gli scontri tra manifestanti e polizia, all'indomani delle elezioni. La mossa e' arrivata quando i sostenitori del primo ministro Sadyr Japarov - che stava scontando il carcere per presa di ostaggi solo la scorsa settimana - si sono riuniti ancora una volta per chiedere le dimissioni immediate di Jeenbekov. "La situazione attuale e' vicina a un conflitto su due lati. Da un lato, i manifestanti, dall'altro, le forze dell'ordine", ha affermato Jeenbekov nel comunicato. "Il personale militare e le forze dell'ordine sono obbligati a usare le armi per proteggere la residenza del capo dello Stato. In questo caso, il sangue sara' versato. E' inevitabile. Esorto entrambe le parti a non soccombere alle provocazioni", ha aggiunto.