Esteri

Londra-Kiev, 100 anni di patto: una sfida diretta a Washington DC

Starmer e Zelensky hanno siglato un nuovo accordo bilaterale della durata di 100 anni, che si pone l’obiettivo di consolidare il ruolo del Regno Unito a sostegno dell’Ucraina

di Chiara Morelli

Londra-Kiev, 100 anni di patto: una sfida diretta a Washington DC

Il 16 gennaio 2025 il Primo Ministro britannico Keir Starmer e il Presidente ucraino Volodymyr Zelensky hanno siglato un nuovo accordo bilaterale della durata di 100 anni, che si pone l’obiettivo di consolidare il ruolo del Regno Unito a sostegno dell’Ucraina contro la Russia, attraverso una sempre maggiore cooperazione strategica. Il patto, che include un contributo annuo di 3 miliardi di sterline in aiuti militari, punta infatti a rafforzare la difesa ucraina, soprattutto tra Mar Nero e Mar Baltico, promuovendo anche collaborazioni in ambito tecnologico, oltre che culturale. L’accordo evidenzia però la crescente distanza tra Londra e Washington, dove Keir Starmer non è nemmeno stato invitato alla cerimonia d’insediamento di Donald Trump alla Casa Bianca. Un’altra ennesima dimostrazione delle prospettive divergenti tra Usa e Uk, proprio sulla guerra in Ucraina.

Come ha evidenziato Roberto Vivaldelli su InsideOver, l’accordo tra Londra e Kiev conferma il ruolo centrale del Regno Unito come alleato dell’Ucraina, anche attraverso una strategia militare aggressiva nei confronti della Russia. Già nei mesi precedenti, era emerso come Londra avesse avuto un ruolo decisivo nel sabotaggio delle trattative di pace nella primavera del 2022, spingendo – al contrario – l’Ucraina a rifiutare ogni possibile accordo con la Russia e con Vladimir Putin. L’accordo bilaterale tra Londra e Kiev non riguarda però solo l’ambito militare, ma include anche piani di modernizzazione economica dell’Ucraina, con un focus particolare su settori come energia, infrastrutture e tecnologia, oltre a una cooperazione mirata a diminuire disinformazione e ingerenze straniere nel futuro prossimo.

Del resto, questo patto si inserisce nel contesto di accordi precedenti come il Political, Free Trade and Strategic Partnership Agreement del 2020, e mira a garantire l’adesione dell’Ucraina alla Nato, oltre a potenziarne la sicurezza marittima. Tuttavia, la portata e gli effetti di questo accordo sollevano diversi interrogativi: secondo alcuni analisti, potrebbe trattarsi di una mossa puramente simbolica, più che concreta, vista anche l’incertezza del futuro del conflitto russo-ucraino nel lungo termine, a maggior ragione, con il ritorno di Donald Trump alla Casa Bianca. Il Regno Unito dal canto suo, dal 2022 ha già fornito 12,8 miliardi di sterline in aiuti a Kiev, continuando a essere uno dei maggior sostenitori dell’Ucraina in Europa. Keir Starmer, in continuità con le politiche dei governi conservatori precedenti, ha ribadito, in più occasioni, la linea dura contro Mosca.
 
Eppure, ci si chiede se e in che modo questa promessa a lungo termine, che presuppone una durata di 100 anni – un intervallo di tempo significativo – possa essere una strategia efficace e in che modo possa essere mantenuta, in vista di possibili mutamenti degli scenari internazionali. Una mossa che vuole, forse, offrire una proiezione di grandezza, più che una reale risposta pragmatica ai problemi reali dell’Ucraina.

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