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Nasrallah è morto, chi era il capo di Hezbollah ucciso nel raid su Beirut

di Redazione

Hassan Nasrallah era il leader carismatico di Hezbollah dal 1992, quando...

Nasrallah è morto, chi era il capo di Hezbollah ucciso nel raid su Beirut

Hassan Nasrallah, il leader di Hezbollah che Israele ha comunicato di aver ucciso con il raid di ieri su Beirut, era nato il 31 agosto 1960 in una modesta famiglia di nove figli nella capitale libanese. La sua famiglia proveniva dal villaggio di Bazouriyé, nel sud del Libano. Da adolescente aveva studiato Teologia nella città santa sciita di Najaf, in Iraq, ma aveva dovuto lasciare durante le repressioni contro gli sciiti guidate dall'allora presidente iracheno Saddam Hussein.

Tornato in Libano, si era unito al movimento sciita Amal, ma se ne era allontanato durante l'invasione israeliana del Paese dei Cedri nell'estate del 1982 per entrare a far parte del nucleo fondatore di Hezbollah. Sposato e con cinque figli, Hassan Nasrallah parlava correntemente il farsi. Indossava il turbante nero dei Sayyed, i discendenti del Profeta Maometto. In una rara intervista, aveva dichiarato di aver giocato a calcio in gioventù e di amare ancora Maradona. Sebbene non fosse tecnicamente una figura pubblica ufficiale in Libano, era uno dei politici più in vista del Paese. Decideva della guerra o della pace, era a capo di potenti istituzioni e di una formidabile milizia pesantemente armata.

Nemico giurato di Israele, appariva raramente in pubblico dopo la guerra che ha contrapposto il suo movimento all'esercito israeliano nell'estate del 2006, e il suo luogo di residenza è sempre stato tenuto segreto. Ma tutto il Paese era sintonizzato sui suoi lunghi discorsi, trasmessi in diretta, in cui usava l'umorismo, ma non esitava a minacciare i suoi nemici. I suoi seguaci lo chiamavano “Il Sayyed” o “Abu Hadi” - in arabo padre di Hadi, il figlio ucciso negli scontri con le truppe israeliane nel 1997. (segue) (segue)

Hassan Nasrallah era il leader carismatico di Hezbollah dal 1992, quando successe ad Abbas Moussaoui, assassinato da Israele. Da allora, era riuscito a trasformare Hezbollah, armato e finanziato dall'Iran, in una forza politica tenuta in considerazione, rappresentata in Parlamento e nel governo. Allo stesso tempo, ha sviluppato l'arsenale del suo gruppo, che, secondo le sue affermazioni, disponeva di 100mila combattenti e di armi potenti, tra cui missili ad alta precisione. Hezbollah - la cui ala militare è nella lista delle organizzazioni terroristiche dell'Ue e degli Stati Uniti - è l'unico gruppo ad aver tenuto le armi alla fine della guerra libanese (1975-1990) in nome della “resistenza contro Israele”, il cui esercito si è progressivamente ritirato dal Libano fino ad evacuare il sud del Paese nel maggio 2000, dopo 22 anni di occupazione.

Alla fine della guerra del 2006, Hassan Nasrallah proclamò una “vittoria divina” e si affermò come un eroe nel mondo arabo. Ma in Libano si alienò diverse fazioni quando il suo partito venne accusato di essere coinvolto nell'assassinio dell'ex primo ministro Rafik Hariri nel 2005 e poi quando i suoi uomini armati presero brevemente il controllo della capitale nel maggio 2008. Oggi Hezbollah è il principale tra gli alleati dell'Iran nella regione, raggruppati all'interno di un “asse di resistenza” che comprende gruppi armati in Iraq e i ribelli Houthi nello Yemen, oltre al palestinese Hamas. Dall'inizio della guerra a Gaza tra Hamas e Israele, Hassan Nasrallah aveva aperto il fronte meridionale libanese per sostenere l'alleato palestinese, ma aveva sempre cercato di evitare una guerra su larga scala con Israele.