Esteri
Nato, Merkel nella corsa alla leadership. Renzi spera per la manovra Draghi
Parte la sfida per la successione a Stoltenberg. Washington deve trovare un nome gradito a Bruxelles dopo il caos Kabul e Aukus. Chi sono i papabili
Sembrano esserci altri due parametri utili per delineare il nome più papabile: il ruolo di primo piano a livello politico e il sesso femminile. Anche per questo ci sarebbe il nome di Kersti Kaljulaid, presidente uscente dell'Estonia. La sua scelta premierebbe anche una zona dell'Europa che ha opposto un netto scetticismo alle mosse cinesi negli ultimi tempi, per esempio con l'uscita della Lituania dal meccanismo 17+1 e il contestuale avvicinamento di Villnius a Taiwan. Allo stesso tempo, sarebbe una scelta che potrebbe essere percepita come aggressiva dalla Russia, che forse Washington e la stessa Europa vorrebbero provare a ricoinvolgere quantomeno parzialmente per evitare la sistematizzazione dell'alleanza con Pechino.
La scelta di Merkel avrebbe però qualche effetto collaterale. Troppo di alto profilo la cancelliera per essere completamente omologata alla strategia americana. Un'altra possibilità, tra l'altro, sarebbe quella di mandare un segnale di dialogo a Pechino, che vede nella cancelliera l'unica vera figura di tutela dei rapporti Europa-Cina. Potrebbe anche essere una strategia studiata, usare la carota nell'alleanza atlantica e invece il bastone nell'Indo-Pacifico con Aukus e Quad.
Ma il dubbio resta, il che crea qualche chance anche degli outsider, a partire dalla possibilità di vedere anche un ex premier italiano arrivare al ruolo. Paolo Gentiloni è una figura di establishment che calzerebbe bene con il ruolo, ma ha anche un incarico importante a Bruxelles. Più liberi in questo senso Matteo Renzi, che in passato ha più volte fatto capire di ambire alla posizione, o Mario Monti. Ma il leader di Italia Viva nutre delle speranze, anche di passare all'incasso per aver giocato un ruolo da protagonista nel passaggio tra Giuseppe Conte (mal visto da Biden per i suoi rapporti privilegiati con Trump) e Mario Draghi, figura rispettata sia da Barack Obama che dallo stesso Biden.