Esteri

New Orleans, l’America e il mondo nuovamente nel terrore. Editoriale

Lo Stato Islamico punta a riorganizzarsi

Di Menotti Lerro

14 morti e circa 30 feriti negli Stati Uniti

 

Solo pochi giorni fa avevo avvertito di non abbassare la guardia in merito al clima di terrore che attanaglia il mondo. 

La retorica, ormai inefficace, della “Pace e Sicurezza” per il mondo. La verità contemporanea è la guerra tra sete di potere e fanatismo religioso. Editoriale - Affaritaliani.it

Ed eccoci già qui a commentare un nuovo episodio “terroristico”, dal nostro punto di vista, “giusto” e finanche da santificare dal loro... 
Passate da poco le ore 03:00 del Capodanno, mentre il mondo era intento a festeggiare il nuovo con occhi tersi in speranza, un’autovettura è arrivata a velocità sostenuta sulla folla, stroncando di netto 15 vite e ferendone diverse decine: è questo il sangue degli innocenti occidentali che fa eco, però, si badi bene, al sangue innocente versato troppo spesso in Medio Oriente per colpa di nostre azioni indiscriminate di guerra.
Purtroppo la luce di un’auspicabile tregua, in questo senso, sembra essere ancora lontana. Odio eccessivo in giro, dovuto a sentimenti repressi di vendetta in nome di torti subiti, presunti o reali: “Occhio per occhio” è l’espressione ricorrente che sottende anche un’idea di giustizia da cui parte la Jihād, la guerra santa per la conversione dell’infedele attraverso mezzi vigorosi.

Nel mirino, questa volta, il quartiere francese di New Orleans, Bournbon Street, dove le feste del primo dell’anno sono notoriamente molto affollate e dove la ferita, come avvenuto in altri luoghi, lascerà per sempre un segno indelebile. Ci hanno voluto così ricordare, ancora una volta, che nei giorni per noi di speranza, sono pronti a colpirci lasciando quelle date notoriamente fiduciose, a date del dolore anziché della gioia… Sono atti simbolici di una ferocia indicibile, ai quali non resta che reagire propugnando ancor di più i valori della pace e dell’amore: basta sangue! 

La matrice dello Stato Islamico per questa azione violenta è chiara, almeno come ispirazione, e lancia un tremendo segnale di rinascita tra soggetti che agiscono individualmente, per propria iniziativa, e cellule organizzate con l’obiettivo dichiarato di giungere al sogno di un Califfato Universale, ovvero di creare un mondo musulmano che segua il più rigido “credo” dettato dal Corano o da una sua, forse, al quanto rigida interpretazione. 

La riorganizzazione Isis passa attraverso il desiderio di uno Stato con sue leggi, un suo territorio, una sua economia per poter perseguire con forza gli obiettivi di conquista, nel nome del loro unico Dio: Allah (tra l’altro c’è da ricordare che siamo in piena rivoluzione “pan-religiosa”, la quale oltre a mettere al centro l’idea che tutte le donne e gli uomini di qualsiasi religione, o anche non credenti, sono uniti, sostiene che il Dio della Bibbia e quello del Corano sono da intendersi come uno stesso Essere supremo).

Noi occidentali, comunque, con la nostra religiosità “sbiadita” e “comoda”, con la quale abbiamo finito per convincerci che basti realmente un’ostia e due mezze “verità” biascicate ad un prete (con tutto il rispetto per la categoria) per poterci ripulire le coscienze, per non dire l’anima, non potremo mai veramente comprendere le ragioni profonde che motivano, a torto o a ragione, queste persone fino a farsi esplodere pur di destabilizzarci, pur di farci piangere individualmente e collettivamente, mirando a devastarci nel profondo. 

Cosa hanno fatto gli americani (che sono, poi, l’unico popolo a promuovere, storicamente, molteplici guerre nel nome della pace) per farsi detestare così tanto? La presunta lista documentata di errori sarebbe lunga, sebbene non giustifichi di certo e comunque gli atti terroristici... Inoltre, bisogna dire che anche l’Europa non è realmente amata, specie nazioni quali Francia e Inghilterra, ma anche Roma, sede del Vaticano, è nel mirino, considerato luogo di mistificazione spirituale.

Guardando, ancora, allo scenario presente che ci opprime e minaccia, bisogna dire che i talebani e al Quaeda erano molto meno organizzati di quella che fu l’Isis, attiva in particolare tra l’Iraq e la Siria e diventata poi Is, Stato islamico, il quale, sebbene abbia perso forza a causa di alcune sconfitte, e abbia così dovuto rinunciare, di rimando, a importanti territori che in precedenza erano in suo possesso, mira sempre a riprendere forza, a ristrutturarsi per ricominciare la propria guerra di conquista nel segno del loro libro sacro in cui si spera possano un giorno essi trovare anche indicazioni per una pace incondizionata tra gli uomini.

A tal proposito, infine, mi piace evidenziare le parole di Elie Wiesel: “Il genere umano deve ricordare che la pace non è il dono di Dio alle sue creature; la pace è il dono che ci facciamo gli uni con gli altri”.