Esteri

Pandora Papers, c'è l'anti Italia Hoekstra. Olanda frugale a giorni alterni

di Lorenzo Lamperti

Il ministro delle Finanze dei Paesi Bassi, "campione" del rigorismo sui conti europei, pizzicato con un investimento nelle Isole Vergini Britanniche

Frugali con il c...onto degli altri. Fa specie veder apparire il nome del ministro delle Finanze olandese e leader dei cristiano democratici Cda Wopke Hoekstra nell'immane lista dei politici citati negli ormai celeberrimi Pandora Papers. Ma come, proprio lui, il falco per eccellenza sulle regole europee di debito comune e flessibilità, coinvolto in un'inchiesta giornalistica che cita decine di nomi di soggetti politici che avrebbero investito denaro in società offsore costituire in paesi considerati paradisi fiscali?

Ebbene sì, proprio Hoekstra, uno dei leader dei frugali che in passato ha più volte sottolineato la necessità del rigore finanziario comunitario. Con un occhio di "riguardo" proprio nei confronti dell'Italia, tanto da aver chiesto più volte revisioni e inchieste sui conti pubblici e sulle leggi finanziarie italiane. Ora il frugale Hoekstra si trova coinvolto nei documenti pubblicati nell'ambito dei Pandora Papers. E dire che il presidente portoghese Costa aveva definito le sue posizioni intransigenti anche post Covid come "ripugnanti", senza essere a conoscenza delle nuove "scoperte".

Il ministro delle Finanze dei Paesi Bassi uscente (il governo Rutte si è dimesso lo scorso gennaio), avrebbe effettauto degli investimenti in una società offshore vittizia alle Isole Vergini Britanniche. Secondo quanto sostiene la piattaforma di giornalismo investigativo olandese Investico, Hoekstra sarebbe in possesso di circa 26 mila euro in azioni di questa società fantasma, che sarebbero state poi vendute poco prima di diventare ministro delle Finanze nel 2017. Per l'esattezza, avrebbe posseduto 627 azioni della società offshore Candace Management. Il gruppo, guidato da Jeroen Harderwijk, ex manager di Abn-Amro, utilizerebbe ancora la società situata alle Isole Vergini Britanniche per investire in una società di safari in Tanzania, Africa orientale.

“Dodici anni fa non sapevo dove avesse sede la società. Ovviamente avrei dovuto approfondire la cosa”, ha ammesso Hoekstra, che ha comunque sottolineano che non era obbligato dalla legge a rendere nota l'operazione finché era un semplice senatore e non ancora un ministro. Dall'investimento Hoekstra avrebbe guadagnato un profitto di 4800 euro, che sarebbero poi stati versati a "un ente di beneficenza olandese a favore della ricerca scientifica sul cancro", sostiene lui. Nulla di illegale, ma certo la polemica si è scatenata su ragioni di opportunità, vale a dire detenere investimenti in un paradiso caraibico dove non si pagano tasse e l’anonimato è garantito.