Esteri

Parla Juan Guaido’: lotteremo per un Venezuela libero e democratico

Daniele Rosa

Una sintesi dell’intervista allo spagnolo ‘El Pais'

Juan Guaidò, l’uomo che ha sfidato Nicolas Maduro e il suo regime dittatoriale ha rilasciato una lunga intervista al quotidiano spagnolo El Pais. Ne abbiamo fatto una sintesi sottolineando i temi più importanti .

 

Innanzitutto il nuovo presidente ad interim del Venezuela ha ricordato che, nonostante i tentativi di ogni tipo messi in atto da Maduro per screditarlo e screditare il suo operato, i suoi obiettivi rimangono sempre gli stessi: lottare per far rinunciare l’attuale Governo, far partire un processo di transizione pacifica e finalmente convocare libere elezioni. E per raggiungere questo obiettivo Guaidò contempla tutte le azioni possibili, ad eccezione dell’opzione militare violenta.

La lotta di Juan Guidò. Un Venezuela libero

Alla domanda sul significato dello ‘stato di allarme’ decretato nel paese Guaidò sostiene che ‘è un prodotto generato soltanto da cause politiche. Normalmente, questo tipo di situazioni si utilizzano per disastri naturali o catastrofi climatiche.

Qui nulla di questo è accaduto. Il regime ha creato la crisi per nascondere la incuria che ha avuto nella gestione del sistema elettrico ( il cui blocco ha provocato vittime e danni) mal gestito e utilizzato per gestire corruzione. Altro che cyberattacco da parte degli Stati Uniti’.

 

E alla domanda di cosa pensa dell’ apertura di un’indagine sopra di lui per una presunta implicazione in questo ‘attacco’ il politico sostiene che’ è soltanto uno show propagandistico di qualcuno senza alcuna competenza, dello stesso livello di quando volevano impedirmi di uscire dal paese’.

 

Sulla domanda di quali prove tiene per difendersi da queste accuse Guaidò senza indugi sostiene che’ un’ informazione presentata nel 2017 al Parlamento diceva che si erano rubati 100.000 milioni di dollari senza ridarli alle imprese coinvolte nel processo di mantenimento del sistema elettrico nazionale. Avevamo avvertito già da due anni su questa emergenza ma nessuno ha dato risposta’.

La lotta di Juan Guaidò. Rischia la vita, la prigione, la famiglia

E a riguardo del video pubblicato dal ’New York Times’ che mostra come qualcuno stia lanciando una molotov dalla parte colombiana per bruciare uno dei camion di aiuti, il nuovo Presidente dice che ‘ è molto difficile che basandosi solo su questo lancio siano stati bruciati tre camion. Nella realtà si vede chiaramente chi blocca i camion, chi lancia bombe lacrimogene e poi sono gli stessi che rispondono ai manifestanti di non poter più dare alcun alimento. Sono gli stessi che hanno fatto prigionieri,usato gruppi armati per bloccare i camion con gli aiuti umanitari’.

 

Il rischio che questo braccio di ferro vada avanti logorando soprattutto la popolazione, che potrebbe disanimarsi, viene sottolineato ma trova una risposta decisa da Guaidò ‘tutti i processi sociali soffrono di alti e bassi e in Venezuela lo abbiamo visto in tutti gli anni dal 2014 ad ora. Ora è un processo molto intenso per tutti noi. Lo termineremo solo quando raggiungeremo l’obiettivo che è quello di dare la democrazia e la libertà al nostro paese. Pensiamo di non avere rischi? Certo di vita, di prigione, di famiglia però è un processo che tocca a noi , generazione che lo ha ereditato. Io non ho votato per Chavez, avevo 15 anni quando si presero un paese con riserve petrolifere gigantesche’.

 

E per quanto riguarda il tema delle Forze Armate che non hanno ancora preso una chiara posizione, nonostante molti militari abbiano disertato, Guaidò ha detto che ‘innanzitutto ho fiducia nel venezuelano, e i militari sono venezuelani. C’è molta paura tra le Forze Armate e molte persecuzioni. Molti generali, capitani, tenenti mi hanno confidato di essere con me ma al momento non c’è un’indicazione chiara nell’esercito. E’ la prima volta che noi comunichiamo con le Forze Armate dopo anni di separazione. La relazione tra Stato e cittadino è nel mio paese molto ostile, di terrore o di sussistenza nel migliore dei casi.

 

La protesta pacifica è un nostro diritto come pure l’insistenza però certe volte la frustrazione prende il sopravvento. Come si difende un venezuelano da un gruppo armato? Come difendersi da un regime che sequestra le Forze Armate e nega cibo e medicinali ai suoi cittadini?’.

 

 

Da ultimo a riguardo dell’appoggio di Stati Uniti , Europa e il resto del mondo Guaidò ha riconosciuto ‘la determinata posizione degli Stati Uniti, come pure quella di Perù,Colombia, Brasile, Paraguay, di Spagna , Australia, Giappone, Marocco e Corea del Sud’.

 

L’Italia non è stata nominata, una dimenticanza o altro?