Esteri

Pinotti: "Nelle fila dell'Isis combattono 87 cittadini italiani"

"Sono 83 i foreign fighters italiani, nati nel nostro paese e con nazionalità italiana che hanno deciso di combattere con l'Is". Lo ha detto il Ministro della Difesa, Roberta Pinotti, durante un intervento al programma tv 'L'Arena': "E' terribile immaginare perché lo facciano - ha aggiunto il ministro - ma succede". Pinotti ha poi escluso la presenza di forze speciali italiane sul campo a Falluja, in Iraq, replicando a chi ha definito 'timida', la presenza italiana nella coalizione internazionale impegnata contro l'Is: "Il contingente d'Europa più numeroso nella lotta all'Is è quello italiano e ora lo aumenteremo". Pinotti ha anticipato inoltre che a ottobre, quando sarà in Italia il segretario Usa alla Difesa, l'Italia esprimerà le proprie "le preoccupazioni per come sta funzionando la coalizione anti Is".
 
Intanto, oggi comincia oggi il cessate il fuoco nei villaggi siriani di Fua e Kefraya, dove almeno 74 integralisti islamici e 40 membri delle forze di sicurezza sono morti da venerdì nei combattimenti, e nella città di al-Zabadani. La stessa misura è prevista ad al-Zabadani e Madaya, alla periferia di Damasco. Ad agosto, regime e ribelli avevano trovato un accordo per il cessate il fuoco nelle quattro località, ma non era stato rispettato per divergenze. Nella guerra civile siriana sono morte più di 240mila persone, di cui 72mila civili, secondo l'ultimo bilancio dell'Osservatorio siriano per i diritti umani.
 
Lo stesso Osservatorio ha reso noto che tra venerdì e sabato 75 ribelli addestrati dagli Usa in un campo turco nei pressi di Ankara sono rientrati in Siria per combattere contro i miliziani jihadisti. Il gruppo, ha riferito Rami Abdel Rahmane, direttore dell'ong, è dotato di armi leggere e munizioni ed è entrato in Siria a bordo di un convoglio di veicoli scortati da forze aeree della coalizione internazionale a guida Usa. I 75 ribelli dovranno collaborare con altri due gruppi sostenuti dagli Usa.