Spagna, indipendentisti catalani tornano in piazza a Barcellona
Spagna, indipendentisti catalani tornano in piazza a Barcellona Barcellona (Spagna), 11 set. (LaPresse/AFP) - Due anni dopo il tentativo di secessione del 2017, i separatisti catalani torneranno in piazza oggi in una manifestazione a Barcellona, mentre la sentenza dei giudici contro i loro leader è prevista per ottobre. Dal 2012, i separatisti hanno organizzato enormi mobilitazioni l'11 settembre, giorno della 'Diada', festa catalana che commemora la caduta di Barcellona nel 1714 contro le truppe di Filippo V durante la guerra di successione spagnola.
Con lo slogan 'Obiettivo indipendenza', questo evento, che ha riunito più di un milione di persone negli ultimi anni, inizierà alle 17.14, riferendosi al 1714, in piazza di Spagna a Barcellona.Arriva a poche settimane dall'annuncio, previsto in ottobre della sentenza contro i dodici leader indipendentisti giudicati quest'anno a Madrid per il loro ruolo nel tentativo di secessione del 2017, la peggiore crisi politica in Spagna da 40 anni.In carcere per circa due anni, rischiano lunghe pene detentive, fino a 25 anni per l'ex vicepresidente regionale Oriol Junqueras.
"Con l'avvicinarsi della sentenza, è importante vedere che ci mobilitiamo in modo massiccio", ha dichiarato Elisenda Paluzie, presidente della potente organizzazione indipendente Anc che organizza l'evento. "Oggi mostreremo nuovamente al mondo che persistiamo nonostante la repressione", ha insistito su Twitter l'ex presidente catalano Carles Puigdemont, che è fuggito in Belgio nel 2017. Due ore prima dell'inizio della manifestazione, attivisti, con bandiere e magliette indipendenti, erano già presenti in massa per le strade di Barcellona.
Parlando dalla Camera dei deputati a Madrid, il primo ministro spagnolo Pedro Sanchez ha espresso la speranza che "un giorno la Diada sarà la festa di tutti i catalani e non solo di un partito indipendente".Secondo l'ultimo sondaggio del governo catalano, la questione dell'indipendenza divide profondamente la società catalana, con il 48,3% degli intervistati che non la vuole, e il 44%.
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