Stop a Schengen per altri sei mesi: gravi le ripercussioni sul turismo
Secondo la Commissione Ue la reintroduzione dei controlli alle frontiere interne rischia di costare all'Europa "dai 5 ai 18 miliardi di euro l'anno"
Allarme rosso per il turismo. Secondo infatti la Commissione europea, la reintroduzione dei controlli sistematici alle frontiere interne, con la conseguente sospensione della libera circolazione prevista dal codice di Schengen, rischia di costare all'Europa "dai 5 ai 18 miliardi di euro l'anno", con le ripercussioni del caso per le economie dell'Ue.
Tanti i costi aggiuntivi con cui gli europei devono fare i conti senza Schengen: solo di spese amministrative e per i nuovi doganieri si rischia un saldo tra i 600 milioni e i 2,2 miliardi di euro l'anno, cui si aggiungerebbero costi fino a 5,8 miliardi di euro per materiale, attrezzature, strumentazione e personale di staff.
Per non parlare, come avverte Bruxelles, del fatto che “l’industria turistica potrebbe essere duramente colpita da un calo del turisti da fuori Ue”.
Rischia di essere piu' salato il costo dovuto ai ritardi per i controlli e le perquisizioni. L'esecutivo comunitario ricorda che gli operatori del settore trasporti hanno stimato un costo tra i 37 e i 55 euro l'ora lo stop dei camion e degli autocarri, che rischia di tradursi in un costo complessivo compreso tra 1,7 e 7,5 miliardi l'anno solo per gli ostacoli al traffico merci. Analogamente, lo stop dei mezzi di trasporto passeggeri (autobus e treni) e' stimato tra 1,3 e 5,2 miliardi l'anno.