Trump blocca la Ford.
E lo scaltro Marchionne che fa?
Il Presidente eletto Donald Trump sta attendendo impazientemente che il suo impegno e il suo ruolo divengano attivi il che accadrà tra poche settimane.
Nel frattempo assiste sornione e anche un po’ divertito alla fine dell’era Obama fatta di ripicche isteriche contro la Russia di Putin, rea, a suo dire, di aver aiutato proprio Trump nelle recenti elezioni negli Usa.
In ogni caso Trump non è stato con le mani in mano e già un risultato lo ha ottenuto: la Ford blocca il progetto di costruzione di una fabbrica di auto in Messico e lui esulta “E’ tutto merito mio”.
E non gli si può dare torto.
In effetti per i guru mondialisti il processo di mondializzazione è consistito nel trasferire le fabbriche in Paesi in cui la manodopera costa pochissimo, produrre e poi rimportare nei Paesi d’origini occidentali e rivendere a costi elevati quanto prodotto.
Un meccanismo ben oliato che, nel caso degli Usa, ha visto proprio i Clinton i i radical chic mondiali (tra cui i nostrani) in prima fila.
Il processo è stato naturalmente accompagnato da un notevole bla bla politico infarcito di belle parole sulla globalizzazione che è servito finora a fare gonfiare i portafogli di pochi ricconi che non solo producono sottocosto ma non pagano neppure le tasse nel Paese d’origine.
Trump ha detto basta.
Un’azienda che produrrà fuori dagli Usa, ad esempio in Messico, pagherà un dazio e quindi gli conviene produrre in casa propria portando i benefici in termini di occupazione alla propria gente.
Un discorso semplice, lineare, consequenziale e capibile da tutti se non fossimo stati imbottiti di vano chiacchiericcio retorico per molti decenni che ci hanno consegnato ad un mondo politically correct ormai del tutto alla rovescia.
E se lo facessimo anche da noi? Il discorso riguarda ad esempio la scaltra Fiat che dopo essersi pappata per anni i contributi pubblici appena può produce fuori dall’Italia come alla dottrina Marchionne insegna.
Ora che l’era Renzi si avvia, come quella di Obama, ad un malinconico declino sarebbe bene pensare un po’ a cosa fare del suo amico Marchionne che da molti anni imperversa sullo scenario italiano.
Forse è ora che la Fiat riprenda a produrre e a pagare le tasse solo in Italia.