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Trump nella storia: come si è ripreso la Casa Bianca contro tutto e tutti

Il 2024 è stato l'anno della clamorosa rielezione di Donald Trump negli Usa. Dal processo con 34 capi di imputazione alla marcia trionfale prima contro gli avversari interni, poi contro Biden ed Harris. Ma il difficile viene adesso

di Andrea Muratore

Trump nella storia: come si è ripreso la Casa Bianca contro tutto e tutti

Il 2024 è stato un lungo anno elettorale per gli Stati Uniti, iniziato nelle gelide montagne dell’Iowa, dove a gennaio si sono aperte le primarie del Partito Repubblicano mentre a Des Moines e negli altri centri dell’Hawkeye State i venti polari portavano oltre i -20°C la temperatura. A surriscaldare la corsa, fin dal primo momento, l’inscalfibilità del vantaggio di Donald Trump su ogni rivale. Trump contro tutti: si può riassumere così il 2024 elettorale negli Usa. Innanzitutto contro i processi che lo vedevano coinvolto e a maggio hanno portato alla sua prima condanna penale.

Trump, da convicted felon con 34 capi di imputazione a presidente rieletto

Il 31 maggio The Donald era un convicted felon dopo che a New York era stato condannato per i 34 capi d’imputazione legati al presunto pagamento alla pornostar Stormy Daniels per non rivelare un rapporto sessuale tra i due durante la campagna del 2016. A fine dicembre è un presidente eletto che riceve nella sua Mar-a-Lago Ceo del tech, grandi investitori come Masayoshi Son, capi di Stato e di governo stranieri come Viktor Orban e si prepara al ritorno in grande stile alla Casa Bianca. E tutto è iniziato in Iowa, dove si è capito che Trump non avrebbe avuto rivali. Trump contro tutti vuol dire anche Trump contro Ron DeSantis, governatore della Florida, e Nikki Haley, ex ambasciatrice all’Onu: chi ha provato a sfidarlo andando più a destra (DeSantis) o rivendicando una posizione di establishment (Haley). Trump ha vinto le prime nove corse consecutive e a marzo la sfida era già chiusa, conquistando tre quarti dei voti degli elettori registrati alle primarie. A Haley è andato solo uno Stato (il Vermont) oltre al Distretto di Columbia: un trionfo.

Come Trump ha asfaltato Biden ed Harris

In seguito, è stato Trump contro Joe Biden prima e Kamala Harris poi. The Donald è sceso in campo nella versione più radicale del suo programma contro l’amministrazione democratica: bordate sull’immigrazione, l’aumento dell’inflazione, i problemi dell’America, i miliardi spesi nelle guerre lontane. La senilità di Biden prima, l’inconsistenza di Harris dopo il ritiro del presidente poi hanno giocato un ruolo nel sdoganare Trump non solo come il candidato repubblicano ma anche come un vero e proprio “leader dell’opposizione”. Ruolo consolidato dopo l’attentato di Butler, Pennsylvania, del 14 luglio, in cui Trump si è mostrato a favor di telecamere, sanguinante ma in piedi. È seguito il consolidamento della Camelot del Make America Great Again, che dopo l’attentato ha fatto rompere a Trump ogni cautela circa la possibilità di egemonizzare lo storico Grand Old Party.

Alla corte di Trump sono arrivati Elon Musk, sceso in campo da luglio a novembre come “ministro della Propaganda” dei conservatori Usa, il vicepresidente J. D. Vance, senatore dell’Ohio e cantore dell’America profonda, oltre a ex democratici di stampo populista come Robert Francis Kennedy e Tulsi Gabbard. Il resto è storia recente: il 5 novembre Trump ha travolto Harris alle elezioni, vinto nel voto popolare di 2,3 punti percentuali e in tutti gli Stati chiave, conquistato col Partito Repubblicano la Camera e il Senato. Il 20 gennaio sarà una data spartiacque che vedrà il ritorno di Trump al potere dopo un anno contro tutti.

Ma ora The Donald deve governare e rispondere ai problemi del suo Paese

Ma ora il disagio americano che ha spinto la sua elezione sulla scia di 77 milioni di voti, concentrati anche tra minoranze e abitanti delle periferie, dovrà avere risposte. E per Trump arriverà la prima sfida: potrà il presidente che si fa portavoce dei diseredati far convivere la sua agenda con una campagna sostenuta, invece, da miliardari, finanzieri e magnati del capitalismo delle coste Usa? La risposta a questa domanda mostrerà se il Trump 2.0 sarà semplice magma politico o un movimento capace di cambiare l’America. E potenzialmente il mondo.