Ue deferisce Polonia a Corte Giustizia per riforma Corte suprema
La Commissione europea ha deciso di portare il governo della Polonia davanti alla Corte di giustizia europea, ritenendo che la riforma della sua Corte suprema ha minato l'indipendenza della magistratura polacca. La nuova legge polacca sulla Corte Suprema "è incompatibile con il diritto dell'Ue", ha reso noto l'esecutivo europeo per giustificare il deferimento di Varsavia alla Corte di giustizia, nel quadro di una procedura di infrazione.
La Commissione ha avanzato alla Corte una richiesta di "misure provvisorie", "per ripristinare la Corte suprema polacca nella sua posizione anteriore al 3 aprile 2018, data dell'adozione della nuova legge in questione". L'esecutivo europeo ha anche chiesto alla Corte di Giustizia di adottare "una procedura accelerata" che consenta una "decisione finale il più presto possibile" su questo caso, che è oggetto di una procedura d'infrazione avviata all'inizio dell'estate. La riforma in questione potrebbe "costringere a ritirarsi 27 dei 72 giudici della Corte Suprema", ha affermato la Commissione, che "sostiene che la legge polacca sulla Corte Suprema è incompatibile con la legislazione Ue, perché mina il principio dell'indipendenza della giustizia, compresa l'irremovibilità dei giudici".
Questo è il secondo deferimento alla Corte di Giustizia europea, da parte dell'esecutivo Ue, in merito alle recenti riforme giudiziarie del governo polacco guidato dai conservatori nazionalisti del partito Diritto e Giustizia (PiS), dopo un analogo provvedimento nel dicembre del 2017 contro la riforma dei tribunali per il diritto comune. Queste procedure d'infrazione sono svolte parallelamente a una procedura più pesante ed eccezionale, sulla base dell'articolo 7 del trattato Ue.
La Commissione ritiene che l'applicazione continuata del regime pensionistico previsto nella nuova legge porterebbe a "un danno grave e irreparabile" per l'indipendenza della magistratura e dunque per lo stato di diritto in Polonia e per l'ordinamento giuridico dell'Unione europea. Secondo il Trattato sul Funzionamento dell'Ue (Art.279), è proprio la motivazione del "rischio di danno grave e irreparabile" che consente all'Esecutivo comunitario di chiedere alla Corte europea di Giustizia di adottare misure provvisorie urgenti.
In questo caso, alla Corte Ue viene richiesto specificamente di intimare alla Polonia di: 1) di sospendere l'applicazione delle disposizioni sul regime pensionistico previste dalla nuova legge; 2) di assicurare che i giudici che sarebbero costretti a lasciare il servizio per andare in pensione anticipata secondo la nuova legge continuino invece a esercitare pienamente le loro funzioni giudiziarie; 3) di bloccare tutte le nomine di nuovi giudici per sostituire quelli costretti alla pensione anticipata, compresa la nomina del Primo Presidente facente funzioni e poi del nuovo Primo Presidente della Corte Suprema. Se la Corte europea di Giustizia accetta i motivi d'urgenza, le misure provvisorie possono essere adottate già nel giro di qualche settimana. E' già successo recentemente, ad esempio, nel caso della foresta di Bialowieza: dal deferimento in Corte Ue della Polonia, il cui governo aveva deciso di abbattere alberi in un'area protetta della rete Natura 2000, all'intimazione delle misure provvisorie urgenti da parte della Corte stessa, per fermare la deforestazione, passarono solo 14 giorni (dal 13 al 27 luglio 2017).
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