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Esteri
Nato, si guarda al 2030: più spese militari, più innovazione e più Cina

VERTICE NATO, LA CINA PORTA ALLA REVISIONE DEL CONCETTO STRATEGICO 

Proprio per questo, il vertice di Bruxelles si propone di avviare una transizione verso una nuova organizzazione della Nato e soprattutto verso un nuovo concetto strategico. Già, perché quello attuale risale al 2010, prima dell'avvento di Xi Jinping e dell'annuncio della Belt and Road Initiative. L'ascesa di Pechino ha forzato la Nato a cambiare prospettive. Così come negli scorsi giorni il Pentagono ha rivisto i suoi documenti strategici, posizionando Pechino al numero uno delle sfide e della lista di rivali, lo stesso dovrà fare la Nato. Un processo che dovrebbe concludersi entro il vertice del prossimo anno a Madrid e che metterà al centro proprio la Cina, nonostante Boris Johnson e lo stesso Stoltentenberg abbiano dichiarato che non è intenzione dell'Alleanza Atlantica lanciare una "nuova guerra fredda" contro Pechino.

NATO 2030: CYBERSECURITY, MINACCE IBRIDE E ASCESA CINESE

La revisione del concetto strategico rientra in un più vasto programma di modernizzazione dell'Alleanza, che rientra sotto l'ombrello della Nato 2030. L'obiettivo è rendere la Nato più proattiva e più adatta a garantire la sicurezza ai partner non solo dal punto di vista difensivo e militare classico, ma anche dal punto di vista delle minacce ibride come cybersecurity, campagne di disinformazione e di infiltrazione nei processi democratici. A ciò si aggiungerà un'azione volta a un allineamento nel contrasto al cambiamento climatico e alla tutela delle infrastrutture critiche. Argomenti nei quali si può cercare una collaborazione con la Cina. Ma solo quelli, visto che il discorso di Stoltenberg va molto nella direzione delle mosse di Biden, che sembrano affermare una distanza non solo politica ma anche ideologica con Pechino. La Cina "non condivide i nostri valori" e "mi aspetto" che, nel comunicato finale del vertice Nato, gli alleati "concordino sul linguaggio" per avere, per la prima volta, una "posizione chiara" degli alleati su Pechino, finora assai poco presente nell'agenda dell'Alleanza atlantica, ha detto il segretario generale Nato.

NATO, IL RIASSORBIMENTO DI ERDOGAN E LE AMBIZIONI DI MACRON

Intanto, l'obiettivo è anche quello di rinsaldare i rapporti interni. In particolare, sembra essere sulla buona strada il tentativo con la Turchia di Recep Tayyip Erdogan, che negli scorsi anni è stato sempre più ambizioso e assertivo tra Medio Oriente e Africa. Erdogan guida un paese che è sempre stato un perno della Nato, ma che di recente ha avviato una partnership difensiva con la Russia. Senza contare lo scontro con la Francia di Emmanuel Macron. I due si sono incontrati a margine del vertice per cercare di ricucire il rapporto. L'inquilino dell'Eliseo mantiene comunque il suo desiderio di autonomia strategica, consapevole che con il pensionamento di Angela Merkel lo scettro dell'Ue potrebbe passare proprio a lui. "L'Europa ha la vocazione di svolgere un ruolo di potenza di equilibrio nel mondo del post-coronavirus, di portare il suo modello, la sua voce, il suo metodo, rafforzata dalla prova della pandemia", ha detto il presidente francese.

Al di là delle parole ci sono i fatti. E ora la Nato sembra intenzionata a provvedere anche a quelli.

 

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