Esteri

Zarra, professione ambasciatrice: "Scommettere sulle donne è un dovere"

di Cecilia Sandroni

L'intervista esclusiva a Giuseppina Zarra, ambasciatrice d'Italia in Bulgaria

Per quanto concerne i rapporti economici e commerciali, la Bulgaria rappresenta un importante mercato per l’Italia, sia in termini di sbocco del Made in Italy che di investimenti produttivi. Quante aziende italiane o con partecipazione italiana operano ad oggi in Bulgaria? E quali settori in particolare? Quale ad oggi il Pil e quanti posti di lavoro prodotti dopo 2 anni di pandemia?

"Non abbiamo ancora i dati definitivi del 2020 ma è tangibile una forte ripresa dell’economia in Bulgaria, rallentata purtroppo nelle ultime settimane dai drammatici eventi in Ucraina e dall’impennata dei prezzi delle fonti di energia. L’Italia si assesta come quarto partner commerciale del Paese, abbiamo circa 12.000 aziende registrate in Bulgaria che danno lavoro a oltre 50.000 persone. I settori principali sono tradizionalmente quello manifatturiero, che va dal tessile al metallurgico/metalmeccanico e il settore agricolo, anche questo un settore estremamente importante».

"La Bulgaria è un Paese che dà grandi possibilità perché ha un costo del lavoro ancora basso e una tassazione molto bassa, che ha attirato qui molti investimenti italiani. Non solo quelli destinati a produrre e a riesportare, ma anche a produrre per il mercato bulgaro". 

"Ci sono insediamenti produttivi italiani molto importanti a Plovdiv, a Ruse, nel nord della Bulgaria, anche a Vratsa ho visitato degli stabilimenti molto interessanti. Io in genere concordo con Confindustria Bulgaria e con l’ICE un piano di missioni annuali, e come ho fatto l’anno scorso anche questo visiterò alcune città dove ci sono insediamenti produttivi italiani, incontrando le autorità locali, gli imprenditori e la collettività italiana residente, ascoltandoli, chiedendo loro quali sono le problematiche da risolvere. Ma anche, scambiando idee e cercando di far tesoro di tutto quello che mi dicono per poterlo poi tradurre in azione nei confronti delle istituzioni bulgare e del settore finanziario. Il fine è sostenere e migliorare la qualità del fare impresa e del vivere in Bulgaria". 

"In genere sono tutti molto soddisfatti di come lavorano in Bulgaria, la problematica principale che hanno rilevato è la scarsità di manodopera. La Bulgaria ha un alto tasso di occupazione, e purtroppo anche un alto tasso di emigrazione. Quindi la manodopera qualificata non rimane nel Paese. Una delle azioni principali del nuovo Governo è infatti proprio volta a promuovere il rientro e la permanenza per evitare che le persone qualificate, formate, che lavorano bene o che hanno particolari specialità lascino il Paese e per attirare coloro che sono emigrati".