Esteri

Zelensky, Putin, sovranisti, talebani: chi ha fatto le congratulazioni a Trump (e chi no)

di Stefano Marrone

La diplomazia delle congratulazioni: cosa dicono (e non dicono) i messaggi sui social dei leader mondiali

Zelensky, Putin, sovranisti, talebani: chi ha fatto le congratulazioni a Trump (e chi no)

Trump ha battuto tutti sul tempo. Con sprezzo del protocollo, il candidato repubblicano si è mostrato ai sostenitori accorsi a Mar-a-Lago per il consueto discorso della vittoria già alle 8:30 italiane. L’ufficialità del raggiungimento del quorum dei 270 Grandi Elettori è stato effettivamente confermato solo tre ore dopo. La precoce fuoriuscita di Trump ha costretto le principali cancellerie mondiali ad affrettarsi a inviare le congratulazioni via social al neoeletto 47esimo Presidente degli Stati Uniti. 

Bolsonaro, il più simile a Trump e il primo a congratularsi

Il primo a festeggiare la vittoria del tycoon è stato il politico probabilmente più accostabile a Trump: Jair Bolsonaro. Alle 8:35, mentre Trump stava ancora tenendo il suo breve discorso della vittoria, l’ex presidente brasiliano ha postato su X: "È risorto un guerriero”. Congratulazioni che suonano quasi come un auto-auspicio per Bolsonaro, che come Trump ha perso la sua prima rielezione nel 2022

Gli amici di sempre…

A seguire, è arrivato il filotto delle congratulazioni di tutti quei politici che dal carro di Trump non erano mai scesi. Il presidente argentino Javier Milei ha scritto a Trump: "Una formidabile vittoria elettorale. Rendi l'America di nuovo grande, puoi contare sulla Argentina”. Gli fa eco il primo ministro ungherese Viktor Orbán: "Grande ritorno, il mondo ne aveva bisogno”. Dello stesso tono - ma con una rilevanza decisamente diversa dato il momento storico – le congratulazioni di Benjamin Netanyahu: "Il più grande ritorno della storia”. Una storia, quella della rielezione di Trump, che potrebbe incidere enormemente sulla travagliata attualità del Medio oriente in guerra. 

…ma anche un nemico storico

Proprio dal Medio oriente arriva l’endorsement che non ti aspetti. Poche ore dopo la vittoria, a complimentarsi con Trump arrivano anche i talebani dall’Afghanistan. Alle 13:30 Abdul Qahar Balkhi, portavoce del Ministero degli Affari Esteri gestito dai talebani ha postato su Twitter una nota ufficiale in cui l’Emirato islamico esprime di “Speranza per un nuovo capitolo con la vittoria di Trump”. La nota ufficiale dei talebani dichiara che: “alla luce della sua politica estera equilibrata, ci si augura la futura amministrazione americana intraprenda passi per il miglioramento delle relazioni, aprendo un nuovo capitolo di impegno reciproco tra i due Paesi”.

Usa, il monito di Xi e il silenzio assordante di Putin

Di tutt’altro tono è il messaggio di congratulazioni che arriva dalla Cina. La portavoce del ministero degli Esteri di Xi Jinping, Mao Ning, durante una quotidiana conferenza stampa ha dichiarato che: “La Cina, anche dopo l’esito del voto presidenziale Usa che riporta alla Casa Bianca Donald Trump, continuerà a gestire le relazioni con Washington sui principi del rispetto reciproco, della coesistenza pacifica e della cooperazione win-win”. Se Xi lascia trapelare una qualche apertura, Putin non ha alcuna intenzione di congratularsi con Trump. Il portavoce del governo russo, Dmitry Peskov, ha affermato: “Non dimentichiamo che stiamo parlando di un paese ostile che è direttamente e indirettamente coinvolto in varie guerre contro il nostro stato”, ha detto, aggiungendo che “le relazioni sono attualmente al loro punto storico più basso”. 

I messaggi preoccupati degli alleati

Alla furiosa chiusura di Putin fa da contraltare il messaggio di preoccupate congratulazioni di Zelensky. Il presidente ucraino ha postato in mattinata un lungo messaggio in cui confida “nel costante sostegno bipartisan all’Ucraina degli Stati Uniti”. Nel complesso, le reazioni delle cancellerie europee non sono stati di giubilo alla vittoria di Trump. Il più mesto è parso il cancelliere tedesco Olaf Scholz: “Con Trump cambia molto, ma restiamo partner affidabile”. Il primo ministro britannico, Keir Starmer, e il presidente francese Emmanuel Macron hanno usato toni più istituzionali, dicendo di essere pronti a lavorare con Trump nei prossimi anni. Messaggi di congratulazioni di chi certamente non canta vittoria