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Dalle cucine stellate a un orto: la seconda vita dello chef Di Romualdo

Di Redazione Cronache

Lo chef rivela: "Sono più attento alle relazioni con gli ospiti che al denaro"

"Qui trovo ingredienti che a Roma non potrei avere. - racconta Di Romualdo - Del resto, ho sempre pensato che avrei voluto giustificare, dare un senso, al costo di un piatto. Qui ho trovato una risposta alla domanda. in due anni avrò cambiato 700 piatti. È divertentissimo per me stare qui. Ieri sera ho fatto una cena a tema sulle animelle".

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Da questa filosofia più attenta al territorio e al rapporto umano nascono piatti come i tortelli di vignarola ai gamberi rosa nel loro succo, merluzzo con tartufo estivo, cavolo nero, pil-pil di merluzzo alle mandorle e agnello panato con misticanza selvatica e yogurt.

"Faccio tutto da solo.  - continua la chef - Mi sveglio al mattino e decido cosa mi va di cucinare. Non uso neppure il frigorifero. Scendo nell’orto e mentre lavoro osservo quello che mi sta intorno. Il mio orto è realizzato su base consociativa delle colture, piante che si sostengono e si rafforzano a vicenda nella lotta contro i nemici".