Food

Fukushima, tonno contaminato? Tutta la verità sul pesce che arriva in tavola

di Redazione Food

In Giappone assicurano che le acque radioattive rilasciate in mare non rappresentano un pericolo, ma c'è un modo per sapere se quello che mangiamo viene da lì

Per quanto riguarda il tonno in scatola, ossia le conserve di tonno, anche questo può comprendere varie specie della famiglia scombridae. In questo caso per legge non è obbligatorio indicare né la specie specifica e neppure l’origine del pesce anche se la maggioranza dei produttori lo fa. Da questo punto di vista, sulle etichette di pesce venduto nella grande distribuzione non esiste un numero che identifica la zona di Fukushima, tuttavia la zona oceanica giapponese è contrassegnata dal numero 61.

Per il mercato delle conserve nel nostro Paese non è il tonno rosso il protagonista. In Italia consumiamo prevalentemente conserve della specie tonno a pinne gialle. Quest’ultimo non vive nel Mar Mediterraneo, per cui viene prevalentemente catturato e sbarcato dalle flotte spagnole e francesi in località nei pressi delle zone di pesca di Ecuador, Cina, El Salvador, Guatemala, Seychelles, Papua Nuova Guinea, Costa d’Avorio e Ghana, dove subisce processi di lavorazione e trasformazione per poi essere reimportato nell’Ue sotto forma di prodotti preparati e conservati. L’Italia è il secondo produttore europeo di conserve di tonno dopo la Spagna: questo significa che si trasforma nel nostro Paese il tonno (in particolare tonno a pinne gialle) di importazione, ovvero che proviene da altri paesi.

E i ristoranti giapponesi in Italia? "Si approvvigionano sui mercati italiani", fanno sapere dall’Osservatorio di Italmercati, che riunisce tutti i principali mercati all’ingrosso del nostro Paese. Spulciando nella banca dati dell’associazione, non risulta alcuna importazione di pesce dal Giappone. Chi dunque compra pesce fresco può dormire sonni tranquilli: in Italia non troverà prodotto proveniente dalle aree dell’Oceano Pacifico.

Leggi anche: Pesce a tavola, dal tonno allo squalo: non tutti fanno bene alla salute