Food
Il pesce allevato supera quello pescato. Un documentario svela la verità
Nel 2021 sono state prodotti dai 40 ai 120 miliardi di pesci dagli allevamenti intensivi
Il documentario "Untile the end of the world" mette in luce come l'acquacoltura non sia così sostenibile come molti credono
Il 15 febbraio al Maxxi di Roma verrà presentato il nuovo documentario "Until the end of the world" realizzato dal regista e giornalista Francesco De Agustinis. Il film indaga sugli allevamenti intensivi di pesce in tutto il mondo e fa emerge una verità scomoda: "Nel 2021 la produzione del pesce allevato ha superato la pesca, si parla tra i 40 e i 120 miliardi di pesci".
L'acquacoltura viene spesso descritta come l'unica soluzione sostenibile per sfamare una popolazione globale in cosante crescita ma il documentario denuncia lo sfruttamento senza criterio delle risorse naturali che, come sottolineano gli autori, va "a inquinare paradisi naturali e distrugge piccole economie locali in varie parti del mondo".
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"Questo tipo di allevamenti intensivi è il risultato di una precisa strategia delle Nazioni Unite per aumentare la produzione globale di cibo con un maggiore ricorso alle risorse marine, attirando di conseguenze enormi investimenti. Una crescita che, come il film mostra, ha molti effetti collaterali". Questa industria infatti ha un impatto importante sia "porzioni di mare da trasformare in aree produttive" ma anche su "enormi quantità di pesci da trasformare in mangimi".
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Secondo i dati della Fao per il 2022, come si legge sul sito dell'organizzazione, "la notevole crescita dell'acquacoltura ha portato la produzione mondiale da pesca e acquacoltura a un livello record". La produzione totale di pesca e acquacoltura è arrivata al massimo di 214 milioni di tonnellate nel 2020 (178 milioni di animali acquatici e 36 milioni di alghe), ovvero +30% rispetto alla media del primo decennio del 2000. "Tali risultati sono stati conseguiti essenzialmente grazie al record di 87,5 milioni di animali acquatici prodotti dall’acquacoltura".