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Vino a colazione? Addio tabù: basta scegliere i giusti abbinamenti. Ecco come

a cura di Redazione

Un calice di bianco o di rosso al mattino non è una pratica così inusuale negli alberghi. Un piccolo lusso che è possibile concedersi con pochi accorgimenti

Non si può non partire dal rituale dello “Champagne breakfast” in cui le bollicine sono le grandi protagoniste di ricche colazioni o brunch dal tocco leggermente alcolico. Che si tratti di champagne, prosecco e spumante, questo tipo di abbinamento si inserisce benissimo nelle colazioni all'insegna del lusso, magari servite in hotel stellati. Tra i match da concedersi per coccolarsi in un giorno di festa non si possono non citare il salmone affumicato e il caviale, perfetti con uno Champagne Rosé da pinot nero o un Cerasuolo d’Abruzzo.

Se invece si preferisce una colazione più genuina ed economica, magari con un panino con salame e formaggio, si puà stuzzicare il palato con un bel Lambrusco di Sorbara. Sul tema uova - altro grande protagonista delle colazioni salate - che siano strapazzate, alla Benedict e su una omelette classica, si può optare per un bianco morbido, magari uno Chardonnay fermo. Se le uova incontrano il bacon o il rinforzo proteico delle salsicce, si può scegliere anche un rosso leggero servito alla giusta temperatura: una Schiava, un Frappato o un Grignolino. Per una torta rustica di verdure va bene l’aromaticità di un Riesling renano. Per una giornata di pancake, magari con della frutta fresca a coprire, un Moscato d’Asti, con la sua freschezza e basso tenore alcolico, ci sta proprio bene. Se, invece, siamo davanti a un ampio assortimento di croissant o a un classico french toast, possiamo accompagnare un Franciacorta o uno Champagne Demi-sec per rilanciare sensazioni di lievito e di burro. Insomma, via libera alla fantasia. Solo una parola d’ordine: moderazione.

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