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Francia, fermati sette ex terroristi italiani: fra loro Giorgio Pietrostefani

L'ex militante di Lotta Continua fuggito in Francia deve scontare 14 anni per l'omicidio del commissario Calabresi

La Polizia di Stato in collaborazione con il servizio di cooperazione internazionale Scip (Servizio di cooperazione internazionale di polizia) e all'esperto per la sicurezza della polizia italiana in Francia ha individuato e arrestato in Francia sette ex terroristi appartenenti alla Brigate Rosse, Lotta Continua e Nuclei Armati-Contropotere Territoriale. Altri tre sarebbero riusciti al momento a fare perdere le loro tracce.

Gli arrestati sarebbero accusati di reati legati a fatti di terrorismo risalenti agli anno '70 e '80. L'operazione di polizia ha preso il nome “Ombre rosse” del dal dossier consegnato dall'Italia alla Francia:

I sette ex terroristi rossi arrestati in Francia ai fini dell’estradizione in Italia sono: Giovanni Alimonti, 65 anni, Brigate Rosse (pena 11 anni, 6 mesi e 9 giorni ); Enzo Calvitti, 66 anni, Brigate Rosse (18 anni, 7 mesi e 25 giorni); Roberta Cappelli, 65 anni, Brigate Rosse (ergastolo); Marina Petrella, 66 anni, Brigate Rosse (ergastolo); Giorgio Pietrostefani, 77 anni, Lotta Continua (14 anni, 2 mesi e 11 giorni); Sergio Tornaghi, 63 anni, Brigate Rosse (ergastolo); Narciso Manenti, 63 anni, Nuclei Armati Contropotere Territoriale (ergastolo). Il dossier francese che li riguarda era chiamato “Ombre rosse”.

L'antiterrorismo italiano e quello francese insieme all'Interpol collaborano da tempo per l'individuazione degli ex terroristi presenti oltralpe.
Una volta completate le pratiche burocratiche di rito, per gli ex brigatisti sarà disposta l'estradizione in Italia. L'operazione avrebbe subito una forte accelerata a causa della prossima prescrizione dei reati pere tutti i ricercati.

Da Parigi nel frattempo commentano l'operazione: “La Francia, essa stessa colpita dal terrorismo, comprende l'assoluta necessità di giustizia per le vittime. Il Presidente Emmanuel Macron ha voluto risolvere la questione come l'Italia chiede da anni. L'operazione è frutto di un importante lavoro preparatorio bilaterale, di diversi mesi, che ha portato a trattenere i reati più gravi. La consegna alla giustizia degli ex brigatisti è anche parte dell'urgente necessità di costruire un'Europa della giustizia, in cui la fiducia reciproca deve essere al centro”.